The ~70 people in distress near #Malta called us moments ago & said: “We have an emergency here. Malta military came and cut cable of motor. Water is in the boat. Malta military said ‘I leave you to die in the water. Nobody will come to Malta.’”

:::::

They called again saying: „Please help us! We will die. We will die in the water. We will die in Maltese waters. The Malta military ship number is P52, the number of the ship. Please we will die. Now we are 5 days in the water and the water is in the boat now. Please help us.“

Alarm Phone on Twitter | 09.04.2020

:::::

Flüchtlinge erheben schwere Vorwürfe gegen Malta

In der Coronakrise schottet sich Europa noch stärker ab. Flüchtlinge beschuldigen Maltas Marine, ihr Leben gefährdet zu haben – und die Crew des Rettungsschiffs „Alan Kurdi“ sucht verzweifelt einen Hafen.

Tagelang waren die Geflüchteten schon auf See, als die Situation eskalierte. „Ich sehe Malta. Das maltesische Militär kommt und schneidet das Kabel für den Motor durch“, ruft ein Mann am Donnerstagnachmittag ins Telefon. Wasser sei bereits ins Boot eingedrungen. „Sie wollen nicht, dass irgendjemand nach Malta kommt, das sagen sie“, sagt der Mann weiter. „Wir werden sterben. Bitte, wir brauchen Hilfe.“ […]

Nach Angaben des Anrufers handelte es sich beim Schiff um das maltesisches Marineschiff P52. Bereits ein Tag zuvor habe das maltesische Marineschiff P51 sich dem Boot der Flüchtlinge genähert und sie ignoriert. […]

Angesichts der Corona-Pandemie haben zahlreiche Staaten im Mittelmeer ihre Häfen für Seenotretter geschlossen. Zunächst erklärte Italien am Dienstag die eigenen Häfen zu unsicheren Orten. Am Donnerstag taten das auch Malta und Libyen.

„Der Vorfall zeigt, dass europäische Behörden die Corona-Pandemie als Vorwand benutzen, um Menschen in akuter Seenot nicht zu retten und geltendes See- und Menschenrecht zu brechen“, sagt Maurice Stierl, einer der Aktivisten von „Alarmphone“. […9

Spiegel Online | 10.04.2020

:::::

Tripoli si dichiara „porto non sicuro“ e respinge una propria motovedetta

E dopo l’Italia anche Malta „chiude“ i porti. Oim: „La situazione è tragica“

“La Libia considera i suoi porti non sicuri per lo sbarco dei migranti”, rifiutando l’ingresso in porto perfino a una sua motovedetta con 280 migranti catturati in mare. E’ tarda serata quando l’agenzia Onu per le migrazioni conferma la notizia circolata a Tripoli. Per la prima volta il governo riconosciuto (e finanziato) dalla comunità internazionale ammette che a causa dei bombardamenti non ha più neanche il pieno controllo del porto, dove si trovano anche gli uffici del premier al-Sarraj. […9

Se in passato il ricatto a Italia e Ue passava dall’improvviso stop alle operazioni di sorveglianza marittima, a cui regolarmente seguiva la promessa di nuovi stanziamenti, invio di equipaggiamento e forniture e la riconferma del memorandum triennale, con l’impegno di Roma a continuare a versare altre centinaia di milioni (sui circa 5 miliardi promessi dall’Italia), stavolta “a causa dell’intensità dei bombardamenti, alcuni dei quali in precedenza avevano preso di mira il porto principale di Tripoli”, la Libia si dichiara “unsafe”, non sicura allo sbarco, spiegano dall’Oim.

La decisione, non si sa se temporanea, arriva il giorno dopo che anche l’Italia ha dichiarato “non sicuri” i propri porti a causa della pandemia, e nelle stesse ore in cui Malta viene accusata dalle organizzazioni umanitarie di avere rifiutato il soccorso a un gommone con 70 persone, date per disperse.

Per i naufraghi significa non avere più scampo. […]

Avvenire.it | 09.04.2020

Alarm Phone: Attack on migrants at sea?