Seit Mitte Mai schiebt Italien auf Anordnung des Innenministeriums wieder Migrant*innen nach Slowenien ab, die über die Balkanroute nach Triest gekommen sind. Zu diesem Zweck wurde die Grenzpolizei um 40 Agenten verstärkt. Dies hat die Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) in einem offenen Brief bekanntgemacht. In einem Interview mit VITA bezeichnet Gianfranco Schiavone, Vizepräsident von ASGI, die Abschiebungen, die ohne vorherige Prüfung der Einzelfälle erfolge, als illegitim und fordert deren sofortige Beendigung. Bei den Migranten handelt es sich überwiegend um Geflüchtete aus Pakistan und Afghanistan.

Le riammissioni illegali dei migranti: la rotta al contrario da Trieste alla Bosnia

Dallo scorso maggio sono ripartite le riammissioni dei migranti, anche dei richiedenti asilo, dall’Italia alla Slovenia. «Non è legittimo», spiega Gianfranco Schiavone, vice presidente Asgi, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, «eseguire le riammissioni dei migranti in Slovenia senza un previo esame delle situazioni individuali e comunque nessuna riammissione è possibile nei confronti dei richiedenti asilo. Secondo le testimonianze raccolte, le persone riammesse non avrebbero ricevuto alcun provvedimento e ignare di tutto, si sono ritrovate respinte in Slovenia, quindi in Croazia, ed infine in Serbia o in Bosnia»

La Rotta Balcanica è una rotta dimenticata. Convenzionalmente la rotta inizia in Grecia, fisicamente finisce in Italia, a Trieste. Ma il viaggio di chi fugge inizia molti chilometri prima per finire poi nel Nord Europa. La maggior parte dei profughi in Bosnia Erzegovina sono concentrati nel cantone di Una- Sana, al confine con la Croazia. Ce ne sono circa seimila – i numeri ufficiali non esistono – e sono concentrati nelle città di Bihač e Velika Kladusa (Ne abbiamo parlato in questi articoli Rotta Balcanica, attraversare i confini è un game disperato e Rotta Balcanica, migranti trattati come gli animali). Ma dalla scorsa metà di maggio i profughi che riescono ad arrivare a Trieste vengono riportati in Slovenia: «Non è legittimo», spiega Gianfranco Schiavone, vice presidente Asgi, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, «eseguire le riammissioni dei migranti in Slovenia senza un previo esame delle situazioni individuali ed un effettivo coinvolgimento delle persone interessate». Le riammissioni devono cessare chiede l’Asgi in una lettera aperta indirizzata al Ministero dell’Interno, alla Questura e Prefettura di Trieste oltre che alla sede per l’Italia dell’UNHCR.

Cosa sta succedendo a Trieste?

A metà di maggio 2020 il Ministero dell’interno ha annunciato l’impegno ad incrementare le riammissioni di migranti in Slovenia e l’invio, a tale scopo, di 40 agenti al confine orientale dell’Italia. Anche nel 2018 si erano registrati casi di respingimenti illegittimi ma in numero contenuto. Allora la risposta fu principalmente quella di negare i fatti. In ogni caso, oggi, il fenomeno dei respingimenti illegali è aumentato in termini di quantità. Non abbiamo numeri ufficiali dei profughi che sono stati riportato dall’Italia in Slovenia, possiamo stimare il dato a circa 200 persone dal 20 maggio ad oggi.

Come vi siete accorti di quello che stava succedendo?

Per due motivi, a Trieste arrivavano sempre meno ragazzi. Questo ci ha iniziato ad insospettire. Poi dalla Bosnia hanno lanciato l’allarme. I rifugiati che dall’Italia venivano portati in Slovenia, e dalla Slovenia alla Croazia e poi dalla Croazia alla Bosnia hanno denunciato quello che stava succedendo a una rete di volontari e informatori sul campo. Persone di massima affidabilità, ma che per adesso preferiamo rimangano anonime. […]

Vita | 08.06.2020

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Der offene Brief von ASGI kann hier heruntergeladen werden.

Balkanroute: Illegale Rückführungen von Italien nach Slowenien