Open Arms, Mare Jonio und Sea Watch 3 befinden sich seit Mittwoch wieder auf dem Weg in Richtung SAR-Zone vor der libyschen Küste. Dort wollen sie gemeinsam die „erste europäische Monitoring-Mission im Mittelmeer“ starten. Die Mission wird aus der Luft unterstützt von zwei Flugzeugen. Damit wollen sie das Schweigen brechen, das seit Monaten über die Toten im Mittelmeer herrscht.

Migranti, le Ong tornano in mare insieme per salvare vite

L’annuncio congiunto da parte di Open Arms, Mediterranea e Sea Watch. Le navi salpano per la „prima missione europea di monitoraggio“ dell’area vicina alla zona Sar libica

Open Arms è partita mercoledì scorso da Barcellona. La Mare Jonio, ieri mattina da Reggio Calabria. La terza nave, Sea Watch 3, da qualche ora ha lasciato le acque territoriali francesi. Tra poco, le tre imbarcazioni si incontreranno in mezzo al mare, a poche miglia dalla „zona Sar“ (Search and Rescue) libica per varare quella che, con un filo di orgoglio, gli attivisti presentano come la „prima operazione europea di monitoraggio del Mediterraneo“. Si tratta, in effetti, di una piccola svolta nello scenario di questa zona. Piccola ma significativa. […]

Da oggi, però, il fronte si allarga. L’entrata in scena degli italiani di Mediterranea – all’inizio dello scorso ottobre – ha permesso alle Ong europee di rilanciare la loro sfida e di organizzarsi come mai prima d’ora avevano potuto fare. Basti pensare che oltre alle tre navi, la missione vedrà il contributo di due aerei, il colibrì di Sea Watch e un altro biposto, anche questo italiano, messo a disposizione da un volontario milanese, un docente universitario di biologia che – a proprie spese – fornirà insieme a quattro amici assistenza tecnica e logistica dall’alto (anche se c’è ancora da risolvere qualche problema tecnico relativo al carburante e burocratico relativo alle licenze: a quanto pare dovrà tenersi lontano almeno 50 chilometri dalle coste libiche).

I velivoli svolgeranno anche attività di avvistamento, e questo sarà fondamentale dato che nelle ultime missioni svolte, le Ong sono state costantemente depistate dalla guardia costiera libica e dagli mrcc (maritime rescue coordination center) libico e maltese e tenute all’oscuro – grazie al silenzio radio imposto dalle autorità – di ogni attività in quella zona . […]

„Volevano desertificare il Mediterraneo, eliminare ogni testimone di quello che sta accadendo, con le motovedette e le inchieste politiche-giudiziarie“, dice Beppe Caccia uno degli armatori. „E invece, anche grazie alla nostra iniziativa, siamo ancora qui“.

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The civil fleet is back in the Central Mediterranean!

Today, three vessels of the Spanish, German, and Italian organisations Open Arms, Sea-Watch and Mediterranea have moved to the death-zone off the Libyan coast. They show that despite cynical and absurd criminalisation and de-legitimisation campaigns by European governments and institutions they will not be prevented from rescuing those in distress at sea.

We at the Alarm Phone are thrilled to once again have non-governmental allies at sea who will not only document what is going on along the deadliest border of the world but actively intervene to counter Europe’s deadly migration policies.

WTM Alarmphone | 23.11.2018

Drei NGO-Boote auf dem Weg in die SAR-Zone