Seit 2017 nutzen die maltesische Regierung sowie libysche Milizen, das Tripolis-Innenministerium und die sog. libysche Küstenwache eine maltesisch-libysche „Geisterflotte“ zur illegalen Migrationsabwehr im zentralen Mittelmeer. Dies hat der maltesische „Regierungs-Vermittler“ Neville Gafà unter Eid vor dem Ermittlungsrichter Joe Mifsud ausgesagt. Er sei mit der flüchtlingsabwehrenden Koordination der Privatschiffe, die auf hoher See ihre Transponder ausschalten und zwischen ihren maltesischen und libyschen Schiffsnamen switchen, direkt vom Premierminister Robert Abela beauftragt worden.

Anfang Januar 2017 hatte die maltesische Regierung, die die EU-Präsidentschaft innehatte, allen 27 EU-Staaten ein „Non-paper“ zur Migrationsabwehr im zentralen Mittelmeer vorgelegt. Da seinerzeit eine militärische Seeblockade mit ca. 5.000 Soldaten als unrealisierbar galt – es hätte mit vielen toten europäischen Soldaten gerechnet werden müssen – , schlug Malta grenzüberschreitende Patrouillen vor der Küste Libyens vor. Maltesische und libysche Schiffe sollten gemeinsam agieren, und Frontex sollte sich beteiligen. Diese Rahmensetzung einer völkerrechtlich illegalen Flotte wurde mithilfe Italiens im Januar 2017 europaweit in Eile durchdiskutiert.

Am 04.01.2017 hatte der damalige italienische Innenminister Marco Minniti, der mit viel Geld libysche Schlepper- und KZ-Milizen zur sogenannten libyschen Küstenwache erhoben hat, den damaligen maltesischen Innenminister Carmelo Abela in Valletta getroffen, um die Abschottung des zentralen Mittelmeeres zu besprechen. Am 17.01.2017 traf sich Minniti zusammen mit Mario Morcone (Innenministerium, Präfekt) und Giovanni Pinto (Grenzpolizei) in Berlin mit dem damaligen Innenminister Thomas de Maizière. Am 02.02.2017 unterzeichnete Minniti das „Memomorandum of Understanding“ mit Tripolis, und sodann ein italienisches Geheimabkommen mit Frontex.

Die italienische vatikan-nahe Tageszeitung „Avvenire“ schreibt am 30.04.2020, dass das derzeit laufende Ermittlungsverfahren gegen den Premierminister Robert Abela, weitere Regierungsangehörige und die maltesische Armeespitze wegen des mörderischen Oster-Push-Backs das Potential hat, um nicht nur einen weiteren Regierungssturz in Malta auszulösen, sondern dass sich diese Krise auch auf Italien auswirken werde, da die „Geisterflotte“ kaum ohne Wissen der italienischen Regierung hätte agieren können. Hinzuzufügen ist, dass auch mit Auswirkungen auf die EU zu rechnen ist. Schließlich haben Frontex-Flugzeuge schon am vergangenen Karfreitag Schiffbrüchige überflogen und die Kommunikation zwischen Italien, Malta und Tripolis koordiniert. Tagelang wurde nicht gerettet, 12 Tote wurden während der Oster-Deportation durch ein Schiff der „Geisterflotte“ nach Libyen gezählt. In den vergangenen Jahren hatte die europäischen Militärmission „Eunavfor med – Sophia“ vergleichbare Lenkungsfunktionen aus der Luft für Push-Backs nach Libyen sowie für die Unterlassung von Hilfe, für das Ertrinkenlassen im zentralen Mittelmeer übernommen.

Der damalige maltesische Innenminister Carmelo Abela wusste, wen er Anfang Januar 2017 zum maltesischen Spezialgesandten für die Migrationsabwehr in Pendelfunktion nach Libyen schickte. Neville Gafa, der vor wenigen Tagen unter Eid aussagte, dass er drei Jahre lang die private „Geisterflotte“  zur Migrationsabwehr im Mittelmeer mit libyschen Ministern, Milizen und der sogenannten libyschen Küstenwache koordinierte, war kein Unbekannter. Am 21.08.2016 hatte die Journalistin Daphne Caruana Galizia in ihrem Blog über diesen ehemaligen Optiker-Angestellten geschrieben. Er hatte in den Jahren zuvor die regierungsgesteuerte Vergabe von Schengen-Visa an libysche Milizenchefs „aus medizinischen Gründen“ geleitet und war damit Millionär geworden. Manche dieser libyschen Milizenchefs standen schon damals auf der Terror- und Menschenrechtsverletzer-Liste der UNO. Dass diese ab und an nach Malta und spätestens auch ab Anfang 2017 nach Italien kommen konnten und von Politikern wie Geschäftsleuten empfangen wurden, war auch mit Fotos dokumentiert worden. Weitere schmutzige Jobs, wie Shuttle-Dienste von Waren und Personen von Malta nach Libyen durch die „Geisterflotte“, waren in den Jahren seit 2011 mehrfach ans Licht gekommen. Ein aktuelles Foto der Investigativ-Journalistin Daphne Caruana Galizia schickte der schon damals berüchtigte regierungsoffizielle „Spezialgesandte“ Neville Gafà am Vorabend ihrer Ermordung über Social Media.

In der ursprünglichen Fassung dieses Beitrags haben wir geschrieben, dass der frühere Innenminister Maltas Carmelo Abela aktuell Premierminister der amtierende Regierung sei. Dies ist falsch, darauf hat uns freundlicherweise ein Leser hingewiesen. Der heutige Premierminister heißt Robert Abela und hat vor seiner Ernennung im Januar 2020 keiner Regierung angehört. In dessen Kabinett hat Carmelo Abela den Posten eines „Minister within the Office of the Prime Minister (OPM)“ inne, was zumindest die Vermutung zulässt, dass die doppelten Abelas sich nicht nur namentlich nahestehen.

Malta, prime ammissioni: «Da tre anni respingimenti segreti verso la Libia»

Nello Scavo

E il „mediatore“ Neville Gafà, nell’inchiesta per la „Strage di Pasquetta“ ammette: «Coordinavo le operazioni per ordine del premier»
 
Altri 57 migranti sono stati intercettati dal solito motopesca libico–maltese dalla tripla identità, stavolta in vista di un trasbordo su una nave quarantena: Malta non vuole rischiare l’ennesimo respingimento illegale. A La Valletta, infatti, c’è stato un colpo di scena. Nell’inchiesta sulla “Strage di Pasquetta” ha fatto le prime ammissioni Neville Gafà, l’uomo che ha rivendicato il negoziato con le fazioni libiche per organizzare la cattura e il respingimento di migranti.

Davanti al giudice Joe Mifsud, Gafà ha dichiarato di avere coordinato personalmente anche il respingimento conclusosi con 12 morti nei giorni seguenti la Pasqua. E di averlo fatto per ordine del primo ministro Robert Abela, a sua volta indagato per l’omissione di soccorso.

Non solo. Rispondendo alle domande di Newsbook, il portale d’informazione di ispirazione cattolica a Malta, Gafà ha precisato di suo pugno: «Confermo che nella notte di Pasqua e nei giorni seguenti sono stato coinvolto in una missione in cui una nave con 51 migranti irregolari tra cui 8 donne e 3 minori è stata portata in porto a Tripoli. Sulla stessa barca c’erano cinque cadaveri». Incalzato dalla giornalista Sylvana Debono, il negoziatore maltese, già noto per la sua dichiarata avversione nei confronti della reporter Daphne Caruana Galizia, uccisa nell’ottobre 2017, ha aggiunto: «Ho fatto tutto questo su istruzioni dell’Ufficio del Primo Ministro, dopo che il suddetto ufficio mi ha chiesto di aiutare attraverso il coordinamento diretto con il ministero degli Affari interni libico e la Guardia costiera libica. Mi è stato chiesto di farlo poiché sono stato coinvolto in queste operazioni negli ultimi tre anni».

Nei giorni scorsi Gafà aveva pubblicamente attaccato pubblicamente Avvenire. Ma ora Newsbook, che ha avuto accesso a fonti investigative, scrive che «questa dichiarazione giurata è arrivata dopo che il giornale Avvenire ha rivelato, con una inchiesta che ha smentito colpo su colpo le dichiarazioni ufficiali de La Valletta ciò che è accaduto nelle fatidiche ore in cui Malta, l’Italia e l’Ue hanno fatto del loro meglio per sottrarsi al loro dovere di salvare vite umane». E ieri il Tribunale della capitale ha voluto ascoltare nei dettagli la ricostruzione e visionare i documenti in possesso del nostro giornale, in vista dell’interrogatorio del primo ministro Abela, atteso per i prossimi giorni.

Sull’isola c’è un certo scetticismo per gli sviluppi di un’inchiesta che rischia di mettere alla sbarra l’intero governo e i vertici delle forze armate. Già nei mesi scorsi Malta aveva visto cadere un intero governo a causa dell’inchiesta sul movente e i responsabili dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia. E ora una ventina di organizzazioni della società civile, tra cui il „Jesuit Refugee Service“, la „Daphne Caruana Galizia Foundation“, l’Ong „Repubblika“ e numerose altre, hanno chiesto al premier di «dire la verità» sulle intese segrete con la Libia, e alle autorità di non spegnere i riflettori e indagare sulle responsabilità dei respingimenti vietati dal diritto internazionale e compiuti segretamente in questi tre anni. Non è dato sapere, infatti, quanti episodi siano avvenuti, quanti altri morti e dispersi in mare vi siano stati, e se davvero Malta ha potuto agire indisturbata senza che il principale vicino, l’Italia, si accorgesse di nulla.

Per ore intanto si erano perse notizie di un altro gommone partito dalla Libia con 57 persone. Ieri il motopesca “Mae Yemanje”, che viaggia anche con il nome di “Dar al Salam 1”, ma è conosciuto anche come “Maria Christina” (una modalità di registrazione navale vietata da tutti i codici) ha raggiunto i naufraghi. Verranno trasbordati su una motonave turistica maltese, che dovrebbe poi sostare a 13 miglia dall’isola per il periodo di quarantena. Il governo di Malta ha già avvisato l’Ue: da ora migranti al largo su „barconi quarantena“.

Avvenire | 30.04.2020

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Migranti, guardia costiera Ue per i pattugliamenti in Libia

Marco Ludovico

Unità della Guardia costiera europea davanti alle coste libiche. Destinate ai pattugliamenti d’intesa con le unità libiche. Queste ultime avranno il compito di riportare a terra i migranti. L’obiettivo è «ridurre i flussi dei migranti». Inarrestabile anche in queste ore ore di pieno inverno.

La novità è appena giunta ai ministri dell’Interno dell’Unione Europea e farà discutere. Al Viminale è sul tavolo di Marco Minniti. Si tratta di un «non paper»: un documento, cioè, non ufficiale, giunto da Malta, presidente di turno dell’Unione europea. Proprio il 4 gennaio il ministro dell’Interno italiano aveva incontrato nella capitale La Valletta il collega Carmelo Abela. «La migrazione non riguarda solo alcuni Paesi del Mediterrane ma è diventata motivo di preoccupazione per tutta l’Europa. Tutti i Paesi devono unirsi – recitava il comunicato congiunto dopo la riunione – per cercare di trovare una soluzione comune». La soluzione ora formalizzata da Malta è anche il riscontro di quel comunicato.

Il «non paper» di Malta

Inviato a i 28 paesi membri, il «non paper» ora avrà la sua lunga trafila procedurale. Improbabile una contestazione sull’obiettivo, prevedibile una discussione sullo strumento ipotizzato. La Guardia costiera europea è appena nata dalle ceneri di Frontex. Si chiama Ebcga (European border and coast guard agency) ed è diventata operativa il 6 ottobre 2016 nella sede di Varsavia dov’era Frontex. Il meccanismo ipotizzato prevede il pattugliamento nel canale di Sicilia delle unità navali Ue e il raccordo con quelle libiche, in navigazione nelle acque territoriali di Tripoli. Resta tuttavia da capire quale sarà la destinazione dei migranti soccorsi e poi riportati a terra dai libici. Senza contare lo scenario complessivo della Libia, oggi in pieno caos.

[…] Minniti oggi sarà a Berlino insieme ai prefetti Mario Morcone (Libertà civili) e Giovanni Pinto (Polizia delle frontiere) dove incontrerà il collega Thomas de Maizière. Domani sarà sentito nell’audizione programmatica davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati.

Il Sole 24 Ore | 17.01.2017

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Migranti: accordo Italia-Libia, il testo del memorandum

Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana Il Governo di Riconciliazione Nazionale dello Stato di Libia e il Governo della Repubblica Italiana qui di seguito denominate ‚Le Parti

Sono determinati a lavorare per affrontare tutte le sfide che si ripercuotono negativamente sulla pace, la sicurezza e la stabilità nei due paesi, e nella regione del Mediterraneo in generale.

Nella consapevolezza della sensibilità dell’attuale fase di transizione in Libia, e della necessità di continuare a sostenere gli sforzi miranti alla riconciliazione nazionale, in vista di una stabilizzazione che permetta l’edificazione di uno Stato civile e democratico.

Nel riconoscere che il comune patrimonio storico e culturale e il forte legame di amicizia tra i due popoli costituiscono la base per affrontare i problemi derivanti dai continui ed elevati flussi di migranti clandestini.

Riaffermando i principi di sovranità, indipendenza, integrità territoriale e unità nazionale della Libia, nonché di non ingerenza negli affari interni.

Al fine di attuare gli accordi sottoscritti tra le Parti in merito, tra cui il Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione firmato a Bengasi il 30/08/2008, ed in particolare l’articolo 19 dello stesso Trattato, la Dichiarazione di Tripoli del 21 gennaio 2012 e altri accordi e memorandum sottoscritti in materia.

Le Parti hanno preso atto dell’impegno che l’Italia ha posto per rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani d’importanza prioritaria per le rotte migratorie, che ha portato all’istituzione del “Fondo per l’Africa”.

Tenendo conto delle iniziative che sono state messe in atto dalla parte italiana in attuazione degli accordi e dei memorandum di intesa bilaterali precedenti, nonché il sostegno assicurato alla rivoluzione del 17 febbraio.

Al fine di raggiungere soluzioni relative ad alcune questioni che influiscono negativamente sulle Parti, tra cui il fenomeno dell’immigrazione clandestina e il suo impatto, la lotta contro il terrorismo, la tratta degli esseri umani e il contrabbando di carburante.

Riaffermando la ferma determinazione di cooperare per individuare soluzioni urgenti alla questione dei migranti clandestini che attraversano la Libia per recarsi in Europa via mare, attraverso la predisposizione dei campi di accoglienza temporanei in Libia, sotto l’esclusivo controllo del Ministero dell’Interno libico, in attesa del rimpatrio o del rientro volontario nei paesi di origine, lavorando al tempo stesso affinché i paesi di origine accettino i propri cittadini ovvero sottoscrivendo con questi paesi accordi in merito.

Riconoscendo che le misure e le iniziative intraprese per risolvere la situazione dei migranti illegali ai sensi di questo Memorandum, non devono intaccare in alcun modo il tessuto sociale libico o minacciare l’equilibrio demografico del Paese o la situazione economica e le condizioni di sicurezza dei cittadini libici.

Sottolineando l’importanza del controllo e della sicurezza dei confini libici, terrestri e marittimi, per garantire la riduzione dei flussi migratori illegali, la lotta contro il traffico di esseri umani e il contrabbando di carburante, e sottolineando altresì l’importanza di usufruire dell’esperienza delle istituzioni coinvolte nella lotta contro l’immigrazione clandestina e il controllo dei confini.

Tenuto conto degli obblighi derivanti dal diritto internazionale consuetudinario e dagli accordi che vincolano le Parti, tra cui l’adesione dell’Italia all’Unione Europea, nell’ambito degli ordinamenti vigenti nei due Paesi, le due parti confermano il desiderio di cooperare per attuare le disposizioni e gli obiettivi di questo Memorandum, e concordano quanto segue:

Articolo 1

Le Parti si impegnano a:

A) avviare iniziative di cooperazione in conformità con i programmi e le attività adottati dal Consiglio Presidenziale e dal Governo di Accordo Nazionale dello Stato della Libia, con riferimento al sostegno alle istituzioni di sicurezza e militari al fine di arginare i flussi di migranti illegali e affrontare le conseguenze da essi derivanti, in sintonia con quanto previsto dal Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione sottoscritto tra i due paesi, e dagli accordi e memorandum d’intesa sottoscritti dalle Parti.

B) la parte italiana fornisce sostegno e finanziamento a programmi di crescita nelle regioni colpite dal fenomeno dell’immigrazione illegale, in settori diversi, quali le energie rinnovabili, le infrastrutture, la sanità, i trasporti, lo sviluppo delle risorse umane, l’insegnamento, la formazione del personale e la ricerca scientifica.

C) la parte italiana si impegna a fornire supporto tecnico e tecnologico agli organismi libici incaricati della lotta contro l’immigrazione clandestina, e che sono rappresentati dalla guardia di frontiera e dalla guardia costiera del Ministero della Difesa, e dagli organi e dipartimenti competenti presso il Ministero dell’Interno.

Articolo 2

Le Parti si impegnano altresì a intraprendere azioni nei seguenti settori:

1) completamento del sistema di controllo dei confini terrestri del sud della Libia, secondo quanto previsto dall’articolo 19 del Trattato summenzionato.

2) adeguamento e finanziamento dei centri di accoglienza summenzionati già attivi nel rispetto delle norme pertinenti, usufruendo di finanziamenti disponibili da parte italiana e di finanziamenti dell’Unione Europea. La parte italiana contribuisce, attraverso la fornitura di medicinali e attrezzature mediche per i centri sanitari di accoglienza, a soddisfare le esigenze di assistenza sanitaria dei migranti illegali, per il trattamento delle malattie trasmissibili e croniche gravi.

3) la formazione del personale libico all’interno dei centri di accoglienza summenzionati per far fronte alle condizioni dei migranti illegali, sostenendo i centri di ricerca libici che operano in questo settore, in modo che possano contribuire all’individuazione dei metodi più adeguati per affrontare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani.

4) Le Parti collaborano per proporre, entro tre mesi dalla firma di questo memorandum, una visione di cooperazione euro-africana più completa e ampia, per eliminare le cause dell’immigrazione clandestina, al fine di sostenere i paesi d’origine dell’immigrazione nell’attuazione di progetti strategici di sviluppo, innalzare il livello dei settori di servizi migliorando così il tenore di vita e le condizioni sanitarie, e contribuire alla riduzione della povertà e della disoccupazione.

5) sostegno alle organizzazioni internazionali presenti e che operano in Libia nel campo delle migrazioni a proseguire gli sforzi mirati anche al rientro dei migranti nei propri paesi d’origine, compreso il rientro volontario. 6) avvio di programmi di sviluppo, attraverso iniziative di job creation adeguate, nelle regioni libiche colpite dai fenomeni dell’immigrazione illegale, traffico di esseri umani e contrabbando, in funzione di “sostituzione del reddito”.

Articolo 3

Al fine di conseguire gli obiettivi di cui al presente Memorandum, le parti si impegnano a istituire un comitato misto composto da un numero di membri uguale tra le parti, per individuare le priorità d’azione, identificare strumenti di finanziamento, attuazione e monitoraggio degli impegni assunti.

Articolo 4

La parte italiana provvede al finanziamento delle iniziative menzionate in questo Memorandum o di quelle proposte dal comitato misto indicato nell’articolo precedente senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato italiano rispetto agli stanziamenti già previsti, nonché avvalendosi di fondi disponibili dall’Unione Europea, nel rispetto delle leggi in vigore nei due paesi.

Articolo 5

Le Parti si impegnano ad interpretare e applicare il presente Memorandum nel rispetto degli obblighi internazionali e degli accordi sui diritti umani di cui i due Paesi siano parte.

Articolo 6

Le controversie tra le Parti relative all’interpretazione o all’applicazione del presente Memorandum saranno trattate amichevolmente per via diplomatica.

Articolo 7

Il presente Memorandum d’intesa può essere modificato a richiesta di una delle Parti, con uno scambio di note, durante il periodo della sua validità.

Articolo 8

Il presente Memorandum entra in vigore al momento della firma. Ha validità triennale e sarà tacitamente rinnovato alla scadenza per un periodo equivalente, salvo notifica per iscritto di una delle due Parti contraenti, almeno tre mesi prima della scadenza del periodo di validità.

Elaborato e sottoscritto a Roma il 2 febbraio 2017 in due copie originali, ciascuna in lingua araba e italiana, tutti i testi facenti egualmente fede.

Per il Governo di Riconciliazione Nazionale dello Stato di Libia Fayez Mustafa Serraj

Presidente del Consiglio Presidenziale per il Governo della Repubblica Italiana Paolo Gentiloni Presidente del Consiglio dei Ministri

La Repubblica | 02.02.2017

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Il sito online del Sunday Times of Malta pubblica la foto di un incontro tra il colonnello maltese Clinton O’Neil, capo delle operazioni e dell’intelligence Afm, ed il vicepremier libico Ahmed Maiteeq, organizzato dall’ambasciatore maltese a Tripoli. In primo piano, un membro del gabinetto del primo ministro maltese, Neville Gafà, più volte accusato di corruzione nel rilascio di visti per ragioni mediche irregolarmente concessi.

APPROFONDIMENTO

Libia, due procure indagano sui rapporti con i trafficanti

Secondo l’edizione domenicale del quotidiano maltese, Gafà si è accreditato come “inviato speciale del premier Joseph Muscat” in incontri con il governo libico e lo scorso anno fu costretto ad ammettere di aver avuto un incontro con Hajthem Tajouri, leader di una milizia che gestisce un campo privato di detenzione ed il racket delle estorsioni.

Secondo quanto indicato da fonti di alto livello del governo, citate dal quotidiano, i primi contatti tra La Valletta e Tripoli risalirebbero allo scorso anno. “Ora abbiamo raggiunto un accordo che possiamo chiamare di comprensione con i libici – ha detto la fonte – Quando c’è un battello che si dirige verso le nostre acque, la Afm si coordina con i libici che li prende e li riporta in Libia prima che entrino nelle nostre acque e diventino di nostra responsabilità”. La fonte governativa, secondo il Times of Malta, avrebbe anche sottolineato che senza l’accordo l’isola sarebbe stata “sommersa dai migranti”.

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Pictured: Neville Gafa Uploaded A Photo Taken By Person Stalking Daphne Caruana Galizia The Day Before She Was Killed

Julian Bonnici
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Controversial OPM coordinator and Keith Schembri confidante Neville Gafa uploaded a photo taken by a person stalking Daphne Caruana Galizia the day before her assassination.

On 15th October, Gafa took to Facebook to share a candid photo of Caruana Galizia with her husband Peter at a garden in Floriana.

“What romantics we are. All they need are biscuits,” he wrote, later identifying her as ’Tal Bidnija’.

Gafa’s upload has been referenced several times throughout the public inquiry into the murder, with Caruana Galizia’s sister, Amanda Mallia telling the inquiry board:

“Is this just a coincidence? I don’t know anymore.”

Gafa told Lovin Malta that he “never took pictures of Daphne Caruana Galizia in any place what so ever”. However, he refused to divulge who sent the photo to him or reply whether he was concerned that the person involved could be connected with the assassination.

We now know that Caruana Galizia was being stalked in the days and months leading up to her assassination. However, this was nothing new for the controversial journalist.

In a series of heartbreaking testimonies during a public inquiry into the murder, Caruana Galizia’s family members have detailed a long history of dehumanisation, intimation, and vilification the journalist suffered.

These include rampant social media and blog posts (oftentimes false) detailing her every movement on the island, no matter how intimate (or incorrect) the information was.

“Kindly note also that I never filed any reports against Ms Caruana Galizia when on several occasions she published pictures of me and my family,” Gafa said.

Gafa is a controversial figure in Prime Minister Joseph Muscat’s administration. Beyond serving as an OPM co-ordinator, a mysterious official visit to Libya with militia leaders remains unexplained, despite his alleged role in the medical visas scandal years prior.

Meanwhile, Gafa has been spotted at the home of the Prime Minister’s former Chief of Staff Keith Schembri, who is facing serious allegations over his involvement with the assassination. With questions now being raised as to whether he is passing on messages between Schembri and Castille.

“Good friends don’t let each other down,” he previously told Lovin Malta on his numerous Schembri visits.

Lovin Malta | 11.12.2019

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“Neville Gafa took between €2 million and €3 million in bribes for visas” – high-ranking Libyan sources

Until the general election, Neville Gafa was a shop assistant at an optician’s in Valletta. But after the general election, he was put on the public payroll as a ‘person of trust’, first in the Office of the Prime Minister, working for Keith Schembri, and then in the Health Ministry, working for Konrad Mizzi.

Some weeks ago, the news broke that he had been taking money to issue ‘medical visas’ – that is, visas for people who need hospital treatment – to Libyans. The news reports said that the matter had been referred to the police by the permanent secretary at the Health Ministry.

The fascinating thing, though, is that Neville Gafa is still on the public payroll. He has not been fired, even though – as a political appointee – he can be fired at any time and does not have to be suspended pending investigations, as do civil servants.

We can get a better idea of why Gafa – whose grandfather Pawlu Gafa was Prime Minister Mintoff’s loyal chauffeur, Pawlu Gafa – wasn’t fired by reading the big story in The Malta Independent today. High-ranking Libyan sources spoke to the newspaper about the visa racket, claiming that Gafa took “between €2 million and €3 million” in bribe money since 2014.

There is no way he could have been running that kind of racket alone. For a start, Gafa did not have the authority to actually issue the visas and stamp them into the passport. He was a political appointee to the secretariats of the two most corrupt (that we know of so far) government officials: Konrad Mizzi and Keith Schembri.

Also, the scale of the money involved indicates a full-blown organised racket rather than a bit of opportunistic thieving. And that means individuals far more important than he is have to be protected.

Gafa did not take bribes to issue medical visas to Libyans who really needed medical treatment in Malta. It’s much worse than that: he issued medical visas to Libyans who did not need medical treatment at all, but who would have been refused a standard visa had they applied. This means they were not properly vetted and, the newspaper says – quoting its Libyan sources – they include criminals who have since disappeared into the European Union’s Schengen area.

A senior Libyan security source told The Malta Independent: “They [the perpetrators of the racket] stole money from injured children who never got their visas to be treated in Malta. Some of those children, and adults, have died in the meantime because they did not get the treatment. In contrast, the Italians come for the injured themselves and take them to Italy for treatment with no money asked for. Malta asks us for money and then we never get the visas… and in this latest case they did not even get their money back, let alone the visas to come to Malta for life-saving treatment.”

The Libyans who really did need medical treatment were reportedly asked for €2,500 for the issuing of a visa. The money was not returned and the visa was not issued either. The money was given in cash, and the passports were returned unstamped.

Read what I had written about Neville Gafa:

Running Commentary | 21.08.2016

EU und die „Geisterflotte“ im zentralen Mittelmeer seit 2017

One thought on “EU und die „Geisterflotte“ im zentralen Mittelmeer seit 2017

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