Inshallah Europa heißt der Dokumentarfilm von zwei italienischen Journalisten über die neue Balkanroute, die nach der Schließung der Grenze zwischen Ungarn und Serbien und der Formalisierung des Korridors zwischen Serbien, Slowenien und Österreich entstanden ist. Die Mehrzahl der Migrant*innen, die Griechenland verlassen, versuchen nun über Serbien oder Albanien nach Bosnien zu gelangen, um von dort aus Kroatien und schließlich Triest zu erreichen. Zu Fuß brauchen sie von den bosnischen Grenzorten Bihac und Velika Kladusa bis an die kroatisch-italienische Grenze zehn bis fünfzehn Tage. Die Migrant*innen kommen aus verschiedenen Ländern, Algerier, Afghanen, Pakistani. Es handelt sich vor allem um junge Männer, Frauen oder Familien sind auf dieser Route wenige unterwegs, weil die Strecke lang und anstrengend ist, abgesehen von dem Risiko polizeilicher Gewalt, dem sie ausgesetzt sind, wenn sie beim Grenzübertritt gestellt werden.

Altreconomia veröffentlicht ein Interview mit Federico Annibale, einem der Autoren des Films.

“Inshalla Europa”, viaggio lungo la nuova rotta balcanica

“Non sono venuto in Europa per un nuovo lavoro o una bella vita. Sono qui perché sono scappato da una guerra”. Ci sono anche profughi in fuga dalla guerra in Siria, giovani uomini che hanno perso moglie e figli sotto le bombe tra le centinaia di migranti che ancora oggi attraversano i Balcani per chiedere asilo e protezione in Europa. Una rotta che avrebbe dovuto essere chiusa, sigillata, all’indomani dell’impropriamente definito “accordo” del marzo 2016 tra l’Ue e la Turchia, ma che invece continua a essere attraversata da uomini e donne in fuga.

Le loro storie sono raccolte nel documentario “Inshalla Europa. Viaggio lungo la nuova rotta balcanica” realizzato dal giornalista del Tg3 Massimo Veneziani in collaborazione con Federico Annibale, giornalista e collaboratore di Altreconomia, torna a raccontare quella rotta migratoria che parte dalla Grecia e da lì risale i Balcani per arrivare all’interno dei confini dell’Unione europea. “La Rotta balcanica avrebbe dovuto essere chiusa, in realtà non è stato così -spiega Federico Annibale-. Nonostante gli accordi, i migranti continuano a partire dalla Turchia e raggiungono la Grecia. L’Ungheria ha sigillato i confini con la Serbia, quindi i migranti hanno smesso di seguire quella rotta e vanno alla ricerca di percorsi alternativi”.

Quali sono le strade che oggi seguono migranti e richiedenti asilo?

FA Dopo la chiusura della rotta che passa attraverso l’Ungheria, la gente si è spostata a Sud. Dalla Grecia la maggior parte dei migranti continua a dirigersi verso la Serbia e da qui poi entra in Bosnia, una tappa che negli anni passati era toccata solo in maniera limitata dai flussi di profughi diretti in Europa. C’è poi una quota più ridotta di persone che passa dall’Albania prima di raggiungere la Bosnia e questa rotta ha registrato un aumento significativo dei passaggi tra il 2017 e il 2018. Dalla Bosnia poi i migranti continuano quello che chiamano “the game”, il gioco e cercano di raggiungere la Croazia, per poi arrivare a Trieste o proseguire verso la Germania. La Bosnia, del resto, è sempre stata un punto di passaggio tra Oriente e Occidente. […]

altreconomia | 23.04.2019

„Inshallah Europa“: Reise entlang der neuen Balkanroute