Angesichts erwarteter Bombardierungen von Tripolis und Umgebung durch die Haftar-Truppen und die Vereinigten Arabischen Emirate, angesichts der Bombardierung des Internierungslagers Tajoura am 02.07.2019 mit 60 bis 100 Toten und unzähligen Verletzten, angesichts der Annahme, dass mehr Internierte ausbrechen und fliehen könnten, angesichts der Zunahme von Flüchtlingsbooten, die aus Libyen und Tunesien eigenständig Italien erreichen, hat die italienische Regierung eine dreifache Blockade des zentralen Mittelmeers beschlossen. Die ersten Teile des Blockadeplans sollen sofort umgesetzt werden, da Flüchtlingsboote auf dem Weg sind.

Die erste Linie der Seeblockade sieht vor, dass Kriegsschiffe der italienischen Marine und Patrouillenboote der Guardia di Finanza den Zugang der italienischen Häfen und Küsten blockieren. Ein Durchbrechen des Zufahrtsverbots, wie es die „Mare Jonio“, die „Sea Watch 3“ und die „Alex“ praktiziert haben, soll sich nicht wiederholen. Auch selbständige Flüchtlingsboote sollen vor Erreichen der Häfen und Küsten aufgebracht werden.

Die zweite Linie der Seeblockade sollen Kriegsschiffe der italienischen Marine und Patrouillenboote der Guardia di Finanza vor der libyschen und tunesischen Küste aufbauen. Sie sollen ablegende Flüchtlingsboote aufspüren und die Koordination der Push-Backs durch die sogenannte libysche und auch durch die tunesische Küstenwache übernehmen.

Die dritte Linie der Seeblockade hätte die sogenannte libysche und die tunesische Küstenwache zu bilden. Die Libyer sollen 10 italienische Patrouillenboote zusätzlich erhalten.

Mit der tunesischen Regierung will die italienischen Regierung sofort Verhandlungen über Mehraufnahmen Rückgeführter – und abgefangener Boat-people? – aufnehmen.

Auf welchen Widerstand wird die italienische Seeblockade stoßen? Erstens ist fraglich, ob die libyschen Küstenmilizen das Abfangen der Boat-people als prioritär ansehen werden, wenn sich der Krieg an Land zuspitzt. Zweitens sollte sich die Flüchtlingssolidarität in Europa auf nachhaltige Aktionen gegen die EU-Instanzen konzentrieren. Trotz der derzeitigen wohlfeilen Statements von Ministern zur Seenotrettung ist von dem Fakt auszugehen, dass die italienische Regierung die Drecksarbeit für die EU erledigen soll. Andernfalls wäre die sogenannte Dublin-Regelung schon längst gefallen. Die Aktionen sind politisch präziser zu adressieren. Schließlich ist an eine breit aufgestellte transnationale Karawane zu denken,  die sich von Tunesien aus in Gang setzt und die Internierungslager wie auch die Bürgermeister und Milizen aufsucht.

Migranti, navi militari a difesa dei porti italiani e nuovi accordi con Libia e Tunisia per fermare le partenze

Il Comitato ordine e sicurezza decide nuovi interventi per bloccare i flussi migratori in ripresa. Altre dieci motovedette a Tripoli e nuovi accordi con Tunisi. E Conte convoca un vertice sui flussi migratori. Nella notte 47 migranti attesi a Pozzallo

di ALESSANDRA ZINITI

Le navi umanitarie vanno fisicamente fermate e barconi e barchini intercettati prima che escano dalle acque territoriali dei paesi da cui partono. la ripresa dei flussi migratori e il ritorno delle navi delle Ong in zona Sar libica preoccupa il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che ha adottato nuove misure d’intesa con i vertici delle Forze dell’ordine, Marina militare e Guardia costiera compresi.

La ministra della Difesa Elisabetta Trenta aveva già anticipato di voler intensificare l’attività delle navi militari nel Mediterraneo. Adesso l’idea è quella di schierare le navi della Marina e della Guardia di Finanza davanti ai porti in modo da poter eventualmente sbarrare l’accesso alle navi umanitarie con migranti a bordo che, come è successo con la Sea Watch prima e con la Alex poi, hanno violato il divieto di ingresso in acque territoriali italiane. Insomma, Salvini vuole evitare che le navi delle Ong riescano comunque ad entrare nei porti e a sbarcare i migranti.

La seconda linea di intervento è quella delle partenze, l’unico modo di frenare le decine di barchini e barconi che quest’anno sono comunque riusciti a raggiungere l’Italia. Radar e pattugliamenti con aerei e navi italianii serviranno ad individuare le imbarcazioni al momento della partenza e ad avvertire in tempo reale le guardie costiere dei paesi di partenza che dovranno intervenire per fermare le imbarcazioni. Per fare questo, ovviamente, ci vogliono uomini e mezzi, che nè Libia nè Tunisia hanno. L’Italia ha così deciso di inviare altre dieci motovedette alla Guardia costiera libica e domani aprirà una trattativa diplomatica con la Tunisia per garantire interventi della guardia costiera tunisina e per incrementare il numero dei rimpatri.

Viste le tensioni nel governo sulla gestione dei flussi migratori, il premier Giuseppe Conte ha deciso di convocare, per domani alle 19, un vertice sull’immigrazione. „Da alcune settimane stiamo assistendo a un progressivo incremento del numero di imbarcazioni che trasportano migranti, che si approssimano alle nostre coste e sollecitano un attracco ai nostri porti. Diventa pertanto urgente coordinare le iniziative le iniziative dei ministri competenti anche al fine di evitare che possano ingenerarsi sovrapposizioni o malintesi“, si legge nella lettera inviata da Conte ai ministri. […]

La Repubblica | 08.07.2019

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La Marina Militare e la Guardia di Finanza metteranno in campo le loro navi per controllare le partenze dei migranti e “a difesa” dei porti italiani. E’ una delle novità emerse dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che dunque rilancia sulla necessità di impiegare navi aerei militari “per contrastare l’immigrazione clandestina”. In serata Giuseppe Conte ha convocato un vertice sull’immigrazione.

Dunque, novità importanti arrivano dal Comitato (durante il quale è stata registrata “con soddisfazione” la riduzione degli sbarchi, “passati dai circa 17mila dell’anno scorso ai 3.000 di quest’anno”). Queste, secondo fonti del Viminale, le misure principali su cui si è registrata convergenza: più controlli per ridurre le partenze, con l’utilizzo di radar, mezzi aerei e navali; presenza delle navi della Marina e della Guardia di Finanza per difendere i porti italiani; contatti con la Tunisia per migliorare e aumentare i rimpatri e per ridurre le partenze; invio di dieci motovedette italiane da consegnare alla cosiddetta “Guardia Costiera Libica” entro l’estate; emendamenti al Decreto Sicurezza Bis per rendere più efficace il contrasto al traffico di esseri umani e per aumentare le pene per scafisti e trafficanti.

Il Fatto Quotidiano | 08.07.2019

Italien bereitet dreifache Blockade im zentralen Mittelmeer vor