Die italienische Küstenwache hat der Mare Jonio bis auf Weiteres jegliche Such- und Rettungsaktivitäten untersagt. Begründet wird das Verbot mit angeblichen technischen Mängeln, die bei einer siebenstündigen Durchsuchung des Bootes im Hafen von Marsala festgestellt worden sind. Salvini triumphiert und gratuliert der Hafenbehörde. Die Mare Jonio musste ihre letzte Mission in der Todeszone am 18. April wegen schlechten Wetters abbrechen und nach Sizilien zurückkehren. Eine Sprecherin des Netzwerks Mediterranea erklärte zu der Blockade durch die Küstenwache: Wie jede/r weiß, besteht unsere Aufgabe darin, das Geschehen im zentralen Mittelmeer zu überwachen und darüber zu berichten. Wenn wir auf ein Boot stoßen, das sich in Schwierigkeiten befindet, sind wir aus ethischen und aus rechtlichen Gründen verpflichtet einzugreifen. Wenn Menschen ertrinken, brauchen wir keine Autorisierung durch die SAR, um ihnen zu helfen.

La Guardia costiera ferma la Mare Jonio

Adriana Pollice

La Guardia Costiera vieta alla Mare Jonio di effettuare attività di ricerca e soccorso: la comunicazione è arrivata alla nave della piattaforma italiana Mediterranea saving humans ieri pomeriggio. L’imbarcazione dovrà adeguarsi «alla normativa di settore». L’ispezione è avvenuta venerdì scorso nel porto di Marsala «a seguito di una avaria non meglio precisata ad un generatore». È stata effettuata «una verifica tecnica sulle condizioni della nave in materia di sicurezza della navigazione e per la riconvalida della certificazione statutaria necessaria alla navigazione», come recita la nota ufficiale. È ancora la Guardia costiera a comunicare: «Il comandante è stato diffidato dall’eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile e organizzato fino a quando l’unità in questione non venga adeguata alla normativa di settore e certificata per il servizio di salvataggio, al fine di non mettere in pericolo le persone assistite e lo stesso equipaggio». I militari hanno anche sanzionato Mediterranea per alcune irregolarità riscontrate a bordo.

Esulta il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che sulla crociata anti Ong basa la sua attività al Viminale. Ma questa volta ha anche approfittato per assestare una stoccata ai pentastellati, non più cordiali alleati di governo neppure nella crociata anti migranti: «Dopo lo stop agli sbarchi e le direttive per difendere le acque territoriali, è stata bloccata la Mare Jonio. Si tratta della nave dei centri sociali che pretendeva di dettare legge nel Mediterraneo anche grazie ad alcuni parlamentari eletti con i 5Stelle come De Falco. L’altolà è un’ottima notizia: grazie alle Capitanerie di Porto! Non molliamo e passiamo dalle parole ai fatti», recita la nota trionfante diffusa sui social. Il riferimento è al senatore Gregorio De Falco: espulso a dicembre dal Movimento, dopo il voto contrario al Dl Sicurezza, ad aprile aveva annunciato la sua partecipazione alle missioni della Mare Jonio spiegando «meglio una vita umana che milioni di like».

Alessandra Sciurba, coordinatrice del legal team di Mediterranea, ieri ha dato la sua versione dei fatti: «Le ispezioni ormai sono diventate una decina, è solo un modo per cercare di bloccarci con atti intimidatori, irricevibili dal punto di vista legale. Eravamo tornati in porto a Marsala per il maltempo, Venerdì Santo la Guardia costiera è salita a bordo e ci è rimasta per sette ore, fino a sera. Una solerzia degna di migliori cause». E sulle prescrizioni: «Abbiamo ricevuto una diffida a svolgere attività di ricerca e soccorso. Come tutti sanno, la nostra missione è il monitoraggio e la denuncia di quello che accade nel Mediterraneo centrale. Se poi ci imbattiamo in un battello in difficoltà è l’etica e il diritto che ci obbligano a intervenire, in particolare gli articoli 489 e 490 del Codice della Navigazione. Di fronte a persone che annegano, non ci vuole una autorizzazione Sar per soccorrerle. La nostra missione non cambia, riprenderemo il mare. Stiamo verificando con i legali ma la nave, comunque, non è stata bloccata. Il problema al generatore è stato superato e le prescrizioni sono tutte risolvibili».

Per concludere: «La diffida è la conseguenza del salvataggio di 49 migranti dello scorso 18 marzo. Dobbiamo concludere che nel governo c’è chi avrebbe preferito che quelle 49 persone annegassero?».

Il Manifesto | 25.04.2019

:::::

Questo pomeriggio presso la Capitaneria di Porto di Marsala è stata notificata al Comandante e all’Armatore della nave Mare Jonio una formale „diffida dal preordinare l’attività del rimorchiatore all’esecuzione di operazioni di salvataggio in modo stabile ed organizzato“ fino a quando l’unità non venga classificata come nave „SAR“.

Si tratta di un atto dal solo scopo intimidatorio e irricevibile dal punto di vista legale: la Mare Jonio è infatti un rimorchiatore e nave da carico della marina commerciale italiana che, come abbiamo dichiarato fin dal principio, svolge attività di monitoraggio e denuncia delle violazioni dei diritti umani, pattugliando il Mediterraneo Centrale.

Come ogni natante, non solo ha tutto il diritto, ma il preciso dovere, fissato anche dagli articoli 489 e 490 „obbligo di salvataggio“ del Codice della Navigazione italiano, di intervenire in soccorso di imbarcazioni e persone in difficoltà al fine prioritario di salvare vite umane.

Da quando, il 18 marzo scorso, la Mare Jonio ha operato il salvataggio di 49 naufraghi, siamo sottoposti ad ogni genere di pressione e tentativo di ostacolare la nostra attività, da ultimo la pretestuosa ispezione operata venerdì scorso a Marsala. Dobbiamo concludere che nel Governo italiano c’è chi avrebbe preferito che quelle 49 persone annegassero?

Mentre la Libia brucia e le persone sono giustiziate nei campi di concentramento è inquietante che tanto impegno venga profuso contro le navi della società civile invece che per salvare le vite di chi è in pericolo.

Mediterranea Saving Humans | 24.04.2019

Italien: Küstenwache stoppt Mare Jonio