Ab dem 1. Juli wollen Italien und Slowenien gemeinsam verstärkt die Grenzen kontrollieren, um die Zuwanderung von Migrant*innen nach Friaul-Julisch-Venetien zu stoppen. Dies teilte der Lega-Gouverneur der Region Massimiliano Fedriga nach einem Gespräch mit dem slowenischen Generalkonsul mit. Er beschuldigte insbesondere Kroatien, die Außengrenze nicht effektiv zu schützen und damit indirekt Italien ‚das Problem‘ aufzuhalsen. Deshalb ziehe er in Erwägung, die italienische Regierung aufzufordern, den Schengen-Vertrag zu suspendieren, um die Balkanroute zu schließen.

Kommentar des Parteifreunds und Innenministers Matteo Salvini: „Wir haben die Meeresübergänge blockiert und jetzt verschärfen wir die Kontrollen, um die Landesgrenzen zu schützen.“

Die Balkanroute führt über Triest, den Karst, Gorizia und in geringerem Maß über den Tarvisio-Pass und wird vor allem von Afghanen und Irakern genutzt, die seit Monaten in den Lagern von Biha und Velika Kladuša im Norden Bosniens aufgehalten werden.

La rotta. Altri 100 migranti intercettati a Trieste. «Più controlli a confine sloveno»

Il governatore del Friuli-Venezia Giulia annuncia l’accordo per contrastare gli ingressi. La Caritas: nessuna invasione, vogliono andare nel Nord Europa

[…] Dopo i 31 irregolari segnalati dai passanti e rintracciati dalla Polizia lo scorso 18 giugno a Domio, sul Carso, ieri mattina le volanti hanno rintracciato in zona Wartsila, a San Dorligo e in piazzale Cagni più di cento migranti, tutti a piedi, per lo più pachistani. Questa mattina ne sono stati fermati altri 18. Gli irregolari, tutti maschi, sono stati accompagnati presso i centri di foto-segnalamento presenti a Fernetti, nel Porto Nuovo e in Questura. Pochi di loro chiedono di fermarsi in Italia. L’aspirazione comune è di raggiungere la Germania ed il Nord Europa.

Sono come fantasmi che sbucano all’improvviso dai boschi. La polizia ha chiesto, anche ieri, più rinforzi. La Regione Friuli Venezia Giulia ha ottenuto che al pattugliamento collabori il Corpo forestale. «Ma non siamo in emergenza, anche se i numeri sono in aumento» mette le mani avanti Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio Italiano di solidarietà. […]

Il confine è lungo 54 km, solo dalla parte di Trieste e del Carso. La via dei Balcani è sempre più frequentata, dopo che all’inizio del 2016 l’accordo tra Ue e Turchia chiuse la rotta balcanica attraverso la quale 754 mila rifugiati si erano incamminati verso l’Europa occidentale. Dijana Muzicka, coordinatrice dell’emergenza della Caritas in Bosnia, ha fatto sapere che il numero dei migranti entrati in quel Paese è aumentato negli ultimi 12 mesi del 600%. Quanti arrivano a Trieste o Gorizia? Una quindicina al giorno, risponde Schiavone, intorno ai 5 mila l’anno. «I più restano invisibili» precisa.

Il governo sloveno ha denunciato che gli ingressi stanno raddoppiando e che ne ha espulsi ultimamente 1.550 (ben 4.653 l’anno scorso); dalla Croazia vengono rimandati in Bosnia. Un viaggio lungo la rotta dei Balcani costa circa 10 mila dollari e c’è chi, per pagare il debito, rimane legato alle organizzazioni criminali. Sono circa 4.000 i richiedenti asilo oggi ospiti in Friuli Venezia Giulia. […]

Avvenire | 22.06.2019

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Migranti, governatore leghista del Friuli minaccia di sospendere Schengen per chiudere la rotta balcanica

Massimiliano Fedriga accusa i paesi europei, in particolare la Croazia, di non fare efficacemente da filtro ai loro confini, lasciando che il problema diventi italiano. Da qui la provocazione di non applicare il trattato. Polemica a distanza con l’ex governatrice Debora Serracchiani

La “rotta balcanica” è da alcuni decenni una alternativa all’arrivo degli extracomunitari via mare. E così, se si interrompono i flussi da Lampedusa (ma alcuni decenni fa accadde quando venivano fermati i gommoni albanesi), inevitabilmente, nel giro di qualche mese, come in un gigantesco sistema di vasi comunicanti, africani e asiatici cominciano ad affrontare la traversata via terra, per arrivare in Italia. Sta accadendo in Friuli, almeno dall’inizio dell’anno, con un raddoppio di ingressi. E così il governatore leghista Massimiliano Fedriga accusa i paesi europei, in particolare la Croazia, di non fare efficacemente da filtro ai loro confini, lasciando che il problema diventi italiano. E se il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha chiuso i porti, il governatore friulano minaccia di “valutare di richiedere al Governo la sospensione di Schengen”. Ovvero dell’accordo che disciplina la libertà di movimento all’interno dell’area Ue, fissando però i confini esterni.

Il governatore ha diffuso una nota in cui si rivolge ai paesi che sono attraversati dalla “rotta balcanica“, chiedendo “piena collaborazione, a iniziare dalla Croazia”, per contrastare l’immigrazione irregolare. “Italia e Slovenia non possono essere le uniche due realtà a combattere l’immigrazione clandestina: ognuno deve fare la propria parte e presidiare i confini del proprio territorio” scrive Fedriga. […]

Il Fatto Quotidiano | 23.06.2019

 

Italien und Slowenien vereinbaren verstärkte Grenzkontrollen