Der Jugendliche aus Gambia wurde von den Flammen im Schlaf überrascht. Um sich vor der nächtlichen Kälte zu schützen, hatten die Bewohner in einer der Unterkünfte ein provisorisches Feuer gemacht. Das Lager befindet sich im Industriegebiet von Gioia Tauro, einer Gemeinde in Reggio Calabria, die bekannt ist für ihren Containerhafen. In dem Ghetto leben vor allem Saisonarbeiter für die Orangenernte. Der Jugendliche aus Gambia ist nicht das erste Opfer, das auf diese Weise dort gestorben ist. Im Januar war es Becky Moses, ein 26-jähriges nigerianisches Mädchen, das bei einem Brand – in diesem Fall einer Brandstiftung – ums Leben kam.

Gioia Tauro, incendio nella baraccopoli: muore carbonizzato un ragazzo del Gambia

Il giovane è stato sorpreso dalle fiamme mentre stava dormendo. Secondo la ricostruzione dei vigili del fuoco, il rogo sarebbe divampato per un braciere accesso per il freddo. Convocato dal prefetto di Reggio Calabria un comitato d’urgenza. Quello di oggi non è il primo caso di incendio con vittime nel campo

Un altro morto nell’inferno di San Ferdinando. Un altro migrante ha perso la vita nella baraccopoli che insiste nella zona industriale di Gioia Tauro, a ridosso del porto. Un altro morto che si poteva evitare se, come tutti i politici degli ultimi 30 anni hanno promesso, si fosse trovata una soluzione alternativa al ghetto dove vivono i raccoglitori stagionali di arance costretti a lavorare nei campi della Piana per meno di 20 euro al giorno. Ieri sera l’incendio ha ucciso un ragazzo del Gambia. […]

A gennaio era toccato a Becky Moses, una ragazza nigeriana di 26 anni uccisa da un incendio, in quel caso doloso, che aveva interessato oltre 200 baracche. Quando è morta, la donna era arrivata a San Ferdinando da pochi giorni perché costretta a lasciare lo Sprar di Riace in seguito al secondo diniego alla sua richiesta di asilo. Non potendo più fare appello per la terza volta, dopo la modifica del regolamento voluto dal precedente governo, Becky Moses è finita nel ghetto dove ha trovato la morte. Ad aprile, la polizia arrestò una donna nigeriana di 47 anni, Lise Emike Potter, con l’accusa di essere la mandante del rogo. Secondo l’accusa, la donna avrebbe commissionato l’incendio ad alcuni connazionali, dietro pagamento di una somma di denaro, per vendicarsi di una 25enne che sospettava avere una relazione col suo ex convivente. In precedenza, altri incendi si erano sviluppati nella tendopoli nel dicembre 2017 e nel luglio 2017, fortunatamente senza provocare vittime. […]

Il Fatto Quotidiano | 02.12.2018

Kalabrien: Brand in Zeltunterkünften in San Ferdinando, ein Migrant stirbt