Nach der Zerschlagung des Modells Riace und der zwangsweisen Umsiedlung der migrantischen Bewohner*innen droht dem Dorf wieder der Leerstand. Erste Schulen und Geschäfte mussten geschlossen werden. Trotzdem hält der Bürgermeister Mimmo Lucano an seiner Idee eines solidarischen Zusammenlebens fest und plant gemeinsam mit Recosol, einem Netzwerk solidarischer Gemeinden, neue Projekte.

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Riace, reportage dal paese senza più migranti: “Rischio che torni borgo fantasma. Abbiamo già chiuso scuole e negozi”

Dopo lo smantellamento del modello Riace con l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il sindaco Mimmo Lucano e la revoca dello Sprar da parte del ministero dell’Interno, il paesino della Locride vive un momento di difficoltà per i trasferimenti dei migranti ma non abbandona la speranza per il futuro.

In queste ore molti migranti stanno lasciando Riace. Alcuni, però, dopo essere partiti e dopo aver visto gli Sprar che li dovranno ospitare, sono ritornati in Calabria.

Come Anna, una ragazza nigeriana con due figli: “Qui avevo una casa e un futuro”.

Mimmo Lucano e Recosol, la rete dei comuni solidali, stanno già pensando a nuovi progetti di accoglienza attraverso i corridoi umanitari.

“Riace non muore – dice il sindaco costretto ancora a vivere lontano dal suo paese per il divieto di dimora impostogli dal Tribunale del Riesame che nelle settimane scorse ha revocato gli arresti domiciliari – Non muore perché ha nel suo Dna la solidarietà e l’accoglienza”.

Il Fatto Quotidiano | 18.11.2018

Riace: Migrant*innen zwischen Verzweiflung und Hoffnung