Dieses Bild hat die Sea Watch auf Twitter veröffentlicht. Was auf den ersten Blick aussieht wie das Gekritzel eines Kindes, ist in Wirklichkeit das Abbild der Strecke, welche die Sea Watch 3 in den letzten Tagen vor Lampedusa zurückgelegt hat. Die graue Linie markiert die Grenze der italienischen Hoheitsgewässer. Wenn das Boot die Linie überquert – lt. einem Interviewder Kapitänin der Sea-Watch 3 in „La Repubblica“ möglicherweise heute Nachmittag -, könnte erstmals das zweite Sicherheitsdekret des italienischen Innenministers zur Anwendung kommen, das Geld- und Haftstrafen für den Kapitän und den Betreiber des Bootes sowie dessen Beschlagnahme vorsieht.

Das Gekritzel ist zugleich aber auch Sinnbild der Absurdität der europäischen Abschottungspolitik im zentralen Mittelmeer. Salvini hat den NGOs den Krieg erklärt, weil sie die letzten sind, die Boat-people vor dem Ertrinken retten. Während in den letzten Tagen weit mehr Migrant*innen ungehindert Fuß auf italienischen Boden setzen konnten  – sei es auf sog. Phantombooten, sei es auf dem Landweg -, werden die 40 Boat-people an Bord der Sea-Watch 3 Opfer einer Prinzipienfrage. Und kein europäisches Land, keine europäische Institution ist willens oder imstande, einen Minister in die Schranken zu verweisen, der mit Menschenleben spielt, um Stimmen zu kassieren.

40 persone in mare per una questione di principio: Salvini con Seawatch ha davvero toccato il fondo

Lasciando a mollo 40 disperati nel Mediterraneo, Salvini vuole provare a convincerci che siano un problema. Di più: parla di poteri forti dietro le Ong e di lezioni che “qualcuno” dovrebbe imparare. La verità è che tutti sono a metà tra il ridire e l’inorridire. Quando si sveglia Conte?

Il forte con i deboli (ma debole con i forti) ministro dell’inferno Matteo Salvini si diverte con la prossima barchetta nel Mediterraneo -diventato il suo tinello personale – giocando qa battaglia navale contro i disperati, convinto di indovinare tutte le mosse e godendosi gli applausi del suo gruppo di elettori. Sea Watch, che si lessa a qualche miglio delle acque territoriali italiane da dodici giorni, è l’ultimo feticcio contro cui il Capitano si accanisce (è lui stesso a dirlo) per “una questione di principio”. Quale sia il principio di mordere il collo di 40 disperati in un continente di mezzo miliardo di persone lo sa solo lui, ma evidentemente il suo accanimento funziona, se ci si è affezionato così tanto da rimanere sordo agli appelli delle comunità internazionali.

Dice Salvini che è “una questione di principio” ma in realtà è semplicemente una questione di retorica. Vorrebbe, il Capitano, apparire come il difensore dei nostri confini e invece, mentre tiene d’occhio la Sea Watch come un bambino con il suo orsacchiotto, i migranti entrano comunque da tutte le parti. Qualche giorno fa, in un solo giorno, ne sono entrati 200 tra Lampedusa e via terra al nord e proprio ieri altri 59 sono sbarcati sulle coste joniche, senza tenere conto di tutte le decine di sbarchi fantasma che quotidianamente si registrano sulle nostre coste, ma non fanno notizia perché se i migranti non si vedono allora i migranti non esistono.

Del resto a Salvini non interessano i migranti, con loro gioca solo di sponda per concimare la retorica dell’uomo forte. A lui interessa innescare la guerra con le Ong (che di migranti ne hanno portati poco più di un centinaio quest’anno) […]

Linkiesta | 25.06.2019

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Su e giù al limitare delle acque italiane. La rotta impazzita della Sea Watch 3

[…] Sui social network sono in molti a condividere l’immagine dell’odissea della Sea Watch 3, mentre l’imbarcazione continua a essere al centro di un braccio di ferro tra i governi europei. I migranti presenti a bordo hanno fatto ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha rivolto una serie di domande sia alla Sea Watch 3 che al governo italiano.

 “Ci rallegriamo che l’Italia abbia evacuato alcune persone dalla Sea Watch 3 per ragioni mediche, ma una soluzione per le persone ancora a bordo è tuttora necessaria”: chiediamo “agli Stati membri di tenere a mente l’imperativo umanitario e di contribuire alla veloce soluzione della situazione a bordo della Sea Watch 3″, ha dichiarato la portavoce della Commissione europea, Natascha Bertaud, in conferenza stampa. “Continuiamo a seguire da vicino la situazione”, che “dimostra come soluzioni prevedibili e sostenibili siano necessarie con urgenza nel Mediterraneo”, ha proseguito Bertaud, “rinnoviamo la richiesta a tutti gli Stati membri di promuovere e velocizzare questo cruciale lavoro”. Inoltre, ha sottolineato, “la Commissione rimane pronta restando nelle sue competenze ad appoggiare e coordinare gli sforzi di solidarietà”.

Categorica la risposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini. “L’Unione Europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l’altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto”.

HuffingtonPost | 24.06.2019

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Sea Watch, Salvini se la prende con l’Olanda: „Siete responsabili di quello che potrà accadere“

Sea-Watch, la situazione non si risolve e le polemiche non si placano. Salvini interviene questa mattina.“Ho scritto personalmente al mio collega ministro olandese: sono incredulo perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare. Riterremo il governo olandese, e l’Unione Europea assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa accadrà alle donne e agli uomini a bordo della SeaWatch“.

Continua Salvini: „E‘ necessario ed urgente, un Vostro intervento nei confronti della nave ‚Sea Watch 3‘ e del suo Comandante ed equipaggio affinché, nel doveroso esercizio della Vostra e loro responsabilità, sia assicurato alle persone a bordo il rapido sbarco in apposito luogo. Luogo che, come discende logicamente dalle considerazioni fin qui svolte, non potrà essere identificato nell’Italia, neppure ai fini di una prima accoglienza, in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione delle persone a bordo del natante verso altri Stati“. Precisando: „L’Italia continua a rispettare la normativa sovranazionale e a difendere responsabilmente le frontiere europee a beneficio di tutti gli Stati Membri dell’Ue, ma non intende più essere l’unico hotspot dell’Europa. Da parte nostra pur non incombendo su di noi alcuna competenza o responsabilità giuridica, abbiamo, ancora una volta, dato prova del nostro elevato senso di umanità garantendo, nei giorni scorsi, l’evacuazione dal natante e l’assistenza medico-sanitaria alle persone vulnerabili e bisognose di cure“.

E se la prende anche con il comandante della nave: „Il Comandante della nave ha, così, autonomamente deciso di esporre le persone a bordo (donne, uomini e minori) ad una navigazione più lunga e pericolosa – prosegue la lettera – con conseguenti inutili, maggiori rischi per la propria integrità psico-fisica, pur a fronte di luoghi più vicini a quello in cui si è verificato l’evento e diversi dall’Italia“. […]

La Repubblica | 23.06.2019

 

Sea Watch 3: Zick-Zack-Kurs an der Grenze zu italienischen Gewässern