Funding cuts led to imminent closure of Italy’s second-largest centre for asylum seekers amid local protests.

The eviction of refugees from Italy’s second-largest centre for asylum seekers has continued for a second day amid protests from locals and opposition politicians over the way the transfers are being carried out.

The reception centre is located in Castelnuovo di Porto, a town near Rome, and the vast majority of the 540 people there are asylum seekers, including women and children.

The centre, chosen by the pope in 2016 for the traditional Holy Thursday mass, in which the pontiff performs a foot-washing ceremony, is due to close by the end of the month following funding cuts.

The evictions began on Tuesday when 30 people were taken away and another 75, including 10 women, were seen getting on buses on Wednesday without any knowledge of where they were headed.

According to UN’s refugee agency, UNHCR, at least 10 people who hold „humanitarian protection“ permits will be left without a roof over their heads. […]

Al Jazeera | 23.01.2018

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Castelnuovo, trasferiti altri 75 migranti. Ma è gara di solidarietà

Lo sgombero. Al Comune numerose mail di chi, anche da altre regioni, offre ospitalità

Prosegue a Castelnuovo di Porto lo sgombero dei migranti ospitati fino a due giorni fa nel Cara. Dopo i 30 trasferiti in Campania e Basilicata, ieri alti 75 sono partiti a bordo di pullman diretti verso i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) di Marche, Abruzzo e Molise. Oggi invece è previsto il trasferimento verso Toscana e Umbria. Venerdì, infine, i bus si dirigeranno in Piemonte e sabato gli ultimi trasferimenti di migranti saranno verso Emilia e Lombardia.

Fuori dal centro che si trova alle porta di Roma sono proseguite anche ieri le manifestazioni di solidarietà degli abitanti di Castelnuovo e non solo. In molti, anche da paesi dell’Umbria e della Toscana, hanno scritto al comune offrendosi di ospitare nuclei familiari o singoli richiedenti asilo, alcuni dei quali rischiano di ritrovarsi senza un posto dove passare la notte. Potrebbe essere così per Blessing, 25 anni, originaria della Nigeria, e per Ibraim, il suo bimbo di sette mesi. Blissing è arrivata in Italia nel 2017, vittima delle tratta, ma si rifiuta di raccontare cosa ha vissuto prima del suo arrivo nel Cara.

Lo stesso silenzio che scelgono anche molti altri richiedenti asilo, alcuni dei quali si allontanano dal centro in bicicletta oppure incamminandosi sotto la pioggia.
Il loro è un futuro tutto da riscrivere adesso che il centro viene chiuso. Chi non va via spontaneamente verrà smistato in centri più piccoli, incluse madri con figli piccolissimi, bambini scolarizzati e adulti con un lavoro.

Ma c’è anche chi, in possesso di protezione umanitaria con un permesso di soggiorno di due anni, non ha più un posto dove andare. Come previsto dal decreto sicurezza del ministro degli Interni Matteo Salvini, grazie al quale è stato possibile lo sgombero. «Volevamo – dice il sindaco di Castelnuovo, Riccardo Travaglini – un tavolo di concertazione con il ministero per capire gli effetti e soprattutto cosa sarebbe successo dopo il Cara. Invece c’è stato un diktat, un vero e proprio saccheggio. Una definizione in una parola? È quasi come se si volesse mettere fine all’integrazione».

Il Manifesto  | 24.01.2019

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A Castelnuovo va in scena il decreto Salvini

Quello che sta succedendo in questi giorni a Castelnuovo di Porto fa accapponare la pelle. Ci sono persone che da un giorno all’altro vengono dislocate dalle comunità in cui vivevano e trasferite senza conoscere la meta.

Ci sono bambini che un giorno andavano a scuola, e che il giorno dopo vengono deportati altrove, senza avere il modo di salutare gli insegnanti e gli amici.

Ci sono pazienti in cura perché vittima di tortura, o sotto shock per ciò che hanno vissuto in Libia o nel Mediterraneo, che vengono strappati via dai loro medici, senza preavviso e senza alcun coordinamento per garantire la continuità delle cure.

E probabilmente ci sono più di cento persone che dopo lo smantellamento del centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto non avranno una nuova casa, e che nella settimana più fredda dell’anno, in un’Italia tormentata dalla neve, rischiano di ritrovarsi abbandonati per strada.

Loro sono alcuni dei 150.000 migranti che avevano un permesso umanitario, ma che a causa del Decreto Sicurezza rischiano di diventare in un colpo solo irregolari – una mossa che è attualmente sotto scrutinio da parte della Procura Generale della Cassazione, che la potrebbe dichiarare illecita.

Quanto sta accadendo a Castelnuovo di Porto è chiaramente uno dei primi drammatici effetti della legge voluta da Salvini. […]

Huffington Post | 24.01.2019

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Castelnuovo di Porto, 305 migranti tutti trasferiti entro fine mese in luoghi top secret: “In 100 sono già scappati”

[…] Fino alla scorsa settimana, il Cara ospitava in totale 540 persone. Di queste, circa 50 richiedenti asilo lunedì sono stati riaffidati al circuito Sprar – quello gestito dai Comuni – e dopo essere passati per il centro di smistamento di via Assisi a Roma, sono stati spostati nei centri d’accoglienza della Capitale. Dei 490 rimasti, in 20 hanno la situazione più critica. Questi 20, infatti, hanno terminato il loro percorso di prima accoglienza e avrebbero avuto diritto, prima dell’entrata in vigore del dl Sicurezza, alla seconda accoglienza. Ma la modifica della legge li ha catapultati in un limbo, che per loro potrebbe voler dire finire in strada: tre di loro già si sono dileguati e – dicono alcuni ospiti – avrebbero passato le prime due notti alla stazione Termini di Roma insieme ad altri senzatetto. Nel gruppo dei 20 c’è anche Muna Hadid, la ragazza di 25 anni che sta ultimando il proprio iter amministrativo e che il sindaco di Castelnuovo, Riccardo Travaglini, si è offerto di ospitare a casa sua. […]

Il Fatto Quotidiano | 24.01.2019

„Uncertain future for refugees after Italy shuts asylum centre“