Mehr als zehn Jahre hat der Bürgerkrieg in Algerien gedauert, von 1991 bis 2002. Bei den Kämpfen zwischen der Armee und verschiedenen islamischen Gruppen wurden mindestens 150.000 Menschen getötet und etwa 8.000 Menschen sind seitdem verschwunden. 2005 wurde in einem Referendum die von vielen kritisierte „Charta für Frieden und nationale Versöhnung“ verabschiedet. Das Gesetz, das eine Teilamnestie für ehemalige Kämpfer sowie Entschädigungen für Familien von Vermissten und Toten vorsah, implizierte aber auch, dass um die Hintergründe des Bürgerkriegs der Mantel des Schweigens gehüllt wurde. „Aber jetzt sind wir ein freies Volk und bereit, Licht in diese Zeit zu bringen“, sagt Omar Belhouchet, ehemaliger Herausgeber der algerischen Zeitung El Watan, in einem Video-Beitrag der italienischen Zeitschrift Internazionale.

L’Algeria è pronta ad affrontare le ferite della guerra civile

“Nel segno della riconciliazione nazionale il governo ha occultato i crimini della guerra civile”, dice nel video Omar Belhouchet, ex direttore del quotidiano algerino El Watan. “Ora però siamo un popolo libero, pronto a far luce su quel periodo”. […]

Nel febbraio del 2019 è nato un movimento pacifico di protesta in reazione alla candidatura a un quinto mandato del presidente Abdelaziz Bouteflika, anziano e malato. Le manifestazioni, che continuano ancora oggi, hanno costretto alle dimissioni Bouteflika, che fu uno dei principali promotori della politica di riconciliazione. La piazza chiede una transizione democratica e un ricambio generazionale ai vertici dello stato. Le elezioni presidenziali che avrebbero dovuto svolgersi il 4 luglio sono state cancellate e non è stata ancora fissata una data per il voto.

Il video di Marco Simoncelli e Davide Lemmi

Internazionale | 10.07.2019

 

 

Video: Algerien ist bereit, sich den Wunden des Bürgerkriegs zu stellen