Das Anlegeverbot des italienischen Innenministers Salvini für Boote, die Migrant*innen in Seenot gerettet haben, trifft nicht nur die NGOs, sondern auch das eigene Militär. Das galt schon im August 2018 für die „Diciotti“ und trifft nun die „Gregoretti“, ebenfalls ein Schiff der italienischen Küstenwache, auf dem sich seit Freitag 131 Boat-people befinden. Der Kapitän der „Gregoretti“ hat sich in der Nacht zu Sonntag in Absprache mit dem für die Küstenwache zuständigen Minister Danilo Toninelli über das Anlandeverbot hinweggesetzt und am NATO-Kai im Hafen der sizilianischen Stadt Augusta angelegt. Die Geretteten dürfen allerdings nicht an Land, zunächst müsse deren Verteilung auf andere europäische Länder geregelt sein. Toninelli appellierte – wohl in Anspielung auf den am letzten Wochenende in Paris beschlossenen Ad-Hoc-Mechanismus – an die EU: „Die EU muss jetzt reagieren, denn die Migrationsfrage geht den ganzen Kontinent etwas an.“ Noch deutlicher Salvini: Die EU müsse jetzt das tun, was sie in Paris ohne ihn beschlossen hat.

Der linksliberale „Il Fatto Quotidiano“ berichtet derweil, dass Salvini angeblich bereit sei, die Migrant*innen bis spätestens morgen an Land gehen zu lassen, um zu vermeiden, dass er ein zweites Mal mit dem Vorwurf der Geiselnahme konfrontiert wird.

Migranti, nave Guardia Costiera in porto ad Augusta: ma i 131 migranti a bordo non sbarcano. Toninelli: “Ue risponda”

Erano le 3.15 di questa notte quando la nave Gregoretti della Guardia Costiera italiana è attraccata alla banchina Nato del porto di Augusta, dove tuttora si trova ormeggiata in attesa del via libera allo sbarco dei 131 migranti salvati in due distinte operazioni del 25 luglio. Nella tarda serata di sabato, quando l’imbarcazione era ancora in rada al largo di Catania, era stata fatta sbarcare una donna incinta all’ottavo mese di gravidanza assieme al marito e ai due figli piccoli, dopo che i medici avevano dato l’allarme per le sue condizioni di salute. Ora si attende l’autorizzazione allo sbarco degli altri naufraghi a cui, a quanto risulta al Fatto Quotidiano, il ministro dell’Interno Matteo Salvini è pronto a dare il via libera già tra oggi e domani. Un modo per evitare che si verifichi anche un nuovo “caso Diciotti”, con i migranti soccorsi e l’equipaggio della Guardia Costiera tenuti “in ostaggio” dal governo. Al momento i migranti a bordo, fa sapere la Guardia Costiera, “vengono assistiti dall’equipaggio e dal team medico in attesa, come confermato dal Ministero dell’Interno, delle determinazioni politiche e del riscontro positivo dell’Unione Europea sulla ricollocazione dei naufraghi soccorsi”. […]

La Guardia Costiera ricorda la vicenda, iniziata il giorno 25 luglio, quando “diversi gommoni carichi di migranti hanno lasciato la Libia per dirigersi verso le coste europee. Tre sono stati soccorsi dalla guardia costiera libica, intervenuta anche sul barcone affondato al largo di Al Khoms, mentre altri tre hanno proseguito la navigazione entrando all’interno della zona di SAR maltese. Le autorità de La Valletta hanno soccorso un gommone con circa 100 migranti e richiesto nel contempo collaborazione all’Italia che ha inviato – su indicazioni del Ministero dell’Interno – due motovedette, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, che hanno assistito 141 naufraghi. Successivamente 6 migranti per ragioni sanitarie sono stati portati sull’isola di Lampedusa”. Le motovedette, riassume ancora la Guardia Costiera, “hanno quindi trasbordato i rimanenti 135 migranti sulla Nave Gregoretti della Guardia Costiera dotata di un team medico del Cisom in grado di assistere adeguatamente i naufraghi in attesa di indicazioni relative al successivo trasferimento verso un ‘place of safety’. In previsione del peggioramento delle condizioni meteo la nave ha poi assunto rotta verso la Sicilia Orientale, raggiungendo un punto di ancoraggio fuori dal porto di Catania dove è stata rifornita di viveri e medicinali“.

Il Fatto Quotidiano | 28.07.2019

:::::

Sui migranti Salvini chiede all’Ue di fare quello che l’Ue ha già deciso. Senza di lui

[…] Non sono infatti solo le navi dell’ong a finire al centro della battaglia navale di Matteo Salvini. Ma anche quelle della Guardia costiera. “Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa di tutti i 140 (per la precisione 141, ndr) migranti a bordo. Vediamo se alle parole seguiranno i fatti”, ha detto il ministro dell’Interno. La nave alla quale si riferisce il leader del Carroccio è la Gregoretti della guardia costiera italiana, ancora in attesa di destinazione del porto dove potere sbarcare i naufraghi soccorsi ieri in due operazioni distinte in acque Sar maltesi. Cinquanta persone sono state trasbordate da un gommone, dopo il soccorso del peschereccio Accursio Giarratano, un vascello commerciale autorizzato alla pesca d’altura che ha applicato quanto previsto dal codice di navigazione e dalle convenzioni internazionali. Gli altri 91 erano su un altro gommone segnalato da un peschereccio tunisino.

Il Foglio | 26.07.2019

:::::

La ribellione silenziosa e composta della Guardia Costiera italiana contro Salvini

[…] C’è qualcosa di scandaloso, nell’atto persecutorio che per la terza volta colpisce la Guardia Costiera, e c’è qualcosa di eroico nella fermezza silenziosa e composta con cui gli uomini di Pettorino reagiscono: senza fare polemica, ma senza deflettere di un millimetro dalla loro missione.

I fatti sono noti: il Viminale nega lo sbarco a Lampedusa alla “Gregoretti” (questa onomastica sarebbe piaciuta all’omonimo Ugo), lo nega anche alla nave della Guardia costiera italiana che ha accolto a bordo i migranti soccorsi giovedì 25 luglio dal peschereccio «Accursio Giarratano» a cinquanta miglia da Malta. […9

E ovviamente il capitano (di latta) Matteo Salvini ha parlato: «Ho dato disposizione – dice il ministro dell’Interno aprendo così un nuovo caso Diciotti – che non le venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa dei migranti a bordo».

Quindi gli uomini della Guardia Costiera sono di nuovo sotto ricatto, di nuovo bloccati e inibiti a sbarcare. Solo che questa volta non ci sono alibi, veri o fittizi: non si tratta dei “pirati ai caraibi”, o delle fantomatiche “Ong criminali”, dei mostruosi “taxi del mare”, ma di un corpo dello Stato, una nave della Marina che batte bandiera italiana e risponde agli ordini di un ministro del governo. Salvini – quindi – il nuovo “caso Diciotti” non lo sta evitando, lo sta creando.

Adesso – dunque – la contesa sul diritto al salvataggio in mare e sull’individuazione dell’approdo nel porto più sicuro coinvolge anche le imbarcazioni della nostra Guardia costiera, in questo caso la «Gregoretti», bloccata al largo coi migranti salvati a bordo.

Il comandante del peschereccio di Sciacca, in provincia di Agrigento, ci ha raccontato una storia semplice e terribile: lui che raccoglie i naufraghi, Malta che non risponde all’sos (vergogna). E lui, per salvare quelle vite, chiede il soccorso del suo paese, come era ovvio e inevitabile. Una nave italiana, secondo la legge, è già Italia.

Sulla strada del ritorno verso Lampedusa, dopo il diktat di Salvini, lo scenario diventa surreale: da una parte il Viminale, dall’altra i nostri militari. […]

TPINews | 27.07.2019

 

Italien: Politik der geschlossenen Häfen gilt auch für eigene Küstenwache