Wie das italienische Fernsehen „TG-la7“ am 20.09.2019 meldet, haben „Bewaffnete“ im Hafen von Tripolis einen sudanesischen Gefllüchteten vor den Augen von IOM-Mitarbeitern erschossen. AGI/AFP präzisiert, dass die Schützen Angehörige der sogenannten libyschen Küstenwache sind. Nach der Anlandung von abgefangenen und zurückdeportierten Boat-people habe sich der Sudanese dagegen gewehrt, zurück in ein Internierungslager gebracht zu werden, er sei „auf der Flucht erschossen worden“, laut IOM. Die EU-Kommission lässt den Unterhalt der libyschen Folterlager mit EU-Geldern mitfinanzieren und die libyschen Küstenmilizen als sogenannte libysche Küstenwache ausbilden und ausrüsten.Die IOM und der UNHCR sind in den libyschen Häfen in die Anlandeformalitäten nach den Push-Back-Operationen eingebunden.

Unterdessen landen nach wie vor sog. Phantomboote an den Küsten Italiens. In den letzten drei Tagen haben 300 Migrant*innen aus Afrika Europa aus eigener Kraft erreicht.

Migranti, sudanese ucciso dopo essere stato riportato in Libia da Guardia costiera: ‘Uomini armati hanno sparato dopo tentativo di fuga’

Era in un gruppo appena fermato in mare e riportate indietro, in Libia. Una volta a Tripoli ha provato a fuggire: i “uomini armati” (“armed men”, si legge nel comunicato) hanno aperto il fuoco e lo hanno ucciso. E’ morto così un migrante sudanese, come riporta l’Organizzazione internazionale per le migrazioni che era presente con il proprio staff sul luogo della tragedia.

E’ accaduto nel centro di Abusitta, compound situato nel porto della capitale libica dove erano appena sbarcati 103 migranti recuperati in mare dalla “Guardia costiera libica“, che negli ultimi cinque giorni ha riportato in Libia quasi 500 persone. Alcuni di loro hanno opposto resistenza al trasferimento nei centri di detenzione. Un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco dopo un tentativo di fuga. Il migrante, colpito allo stomaco, è deceduto nonostante l’intervento immediato dei medici Oim.

“L’uso di armi da fuoco contro civili inermi è inaccettabile in ogni circostanza”, ha detto il portavoce dell’Oim, Leonard Doyle. L’organizzazione considera l’accaduto un “severo promemoria delle gravi condizioni in cui si trovano i migranti raccolti dalla Guardia costiera libica dopo aver pagato trafficanti per essere portati in Europa, solo per poi ritrovarsi nei centri di detenzione”, dove ci sono condizioni “disumane“, come denunciato dall’Onu. […]

Oggi la Guardia costiera libica ha annunciato di aver tratto in salvo, dal 15 al 18 settembre, in diverse operazioni, 493 migranti, tra cui donne e bambini, a bordo di vari gommoni, nel tratto di mare a nord-ovest e a nord-est di Tripoli. Lo ha reso noto la stessa marina libica in una nota precisando che la motovedetta Ubari ha effettuato due operazioni di soccorso, il 15 settembre a nord di Khoms, che ha visto il salvataggio di 77 migranti, tra cui quattro donne, e il 16 settembre, che ha interessato 96 migranti, tra cui quattro donne e un bambino, di nazionalità africana e asiatica.

Le persone recuperate sono state trasferite al centro di accoglienza di Khoms. Altri 3 interventi sono stati effettuati il 16 settembre con 83 migranti (80 sudanesi e 3 egiziani), a nord di Khoms, il 17 con altri 83 in salvo e il 18 con 104 persone soccorse, tra cui 18 donne e tre bambini. Queste ultime si trovavano a bordo di un gommone, 15 miglia a nord-est di Zuwara e sono state trasportate alla base navale di Tripoli. La motovedetta Talil ha salvato martedì scorso 50 migranti che si trovavano a bordo di un gommone nel tratto di mare antistante Sabrata e sono stati trasportati a Zawyia e poi affidati al centro di accoglienza Al Nasr della cittadina costiera.

Il Fatto Quotidiano | 20.09.2019

:::::

Migranti, tornano gli arrivi dall’Africa: 300 in 3 giorni sui barchini

[…] Entrano direttamente in porto, approdano sulle spiagge, sbarcano senza essere fermati se non dopo essere giunti ormai a terra: sono oltre trecento gli stranieri arrivati sulle coste di Sicilia, Sardegna e Calabria negli ultimi tre giorni. Non sono saliti a bordo delle navi delle Ong, hanno usato pescherecci, barchini, gommoni e così hanno aggirato i controlli. E tanto è bastato per scatenare gli attacchi della Lega, ma soprattutto per mandare in fibrillazione il governo alle prese con le trattative internazionali proprio sulla gestione dei migranti. Un clima che diventa teso a pochi giorni dal vertice di Malta — in programma lunedì prossimo – dove si dovranno discutere i criteri per la distribuzione dei profughi negli Stati dell’Unione europea. […]

Al di là delle rassicurazioni giunte dall’Ue la scorsa settimana, i nodi da sciogliere tra i sei «volenterosi» (Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia e Malta) sono numerosi. Mentre Berlino continua a manifestare apertura alla redistribuzione preventiva, Parigi appoggia questa linea chiedendo però di distinguere i migranti economici dai profughi, rendendo ben chiaro di essere disponibile ad accettare soltanto i richiedenti asilo. La Grecia insiste per una ripartizione, ma questo vorrebbe dire che anche l’Italia dovrebbe accogliere gli stranieri che giungono su quelle coste, con il rischio di avere un numero superiore a quello di coloro che arrivano direttamente sulle coste meridionali. Questioni che dovranno essere affrontate lunedì proprio per essere poi in grado di proporre alla Commissione guidata da Ursula von der Leyen una bozza di intesa che possa essere efficace. Anche tenendo conto delle resistenze di numerosi Stati membri guidati dal gruppo di Visegrad (Polonia Ungheria Slovacchia Repubblica Ceca) e dunque della necessità — sulla quale i «volenterosi» appaiono d’accordo — di imporre sanzioni a chi non vuole collaborare. […]

Corriere della Sera | 20.09.2019

:::::

Libia, il porto sicuro dove si spara ai migranti

Ucciso dalla polizia dopo essere stato intercettato in mare e riportato a terra dalla Guardia costiera locale Era in fuga perché non voleva tornare nei lager delle torture. La condanna dell’Ue

È morto dopo due ore di agonia, colpito allo stomaco dai proiettili della polizia libica. Era stato catturato come decine di altri in mare, a bordo di un gommone dei trafficanti. Una volta intercettato e riportato a terra dalla cosiddetta Guardia costiera, ha cercato di fuggire con decine di altri per non tornare nei campi di prigionia.

Sul posto c’erano alcuni operatori umanitari che hanno visto tutto. La polizia ha sparato ad altezza d’uomo, mirando verso il basso. «Una tragedia per certi versi inevitabile», dice Leonard Doyle, portavoce dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). Secondo le informazioni disponibili, l’episodio si è verificato subito dopo il respingimento di 103 migranti riportati nel terminale di Abusitta, all’interno dell’area portuale di Tripoli. Tutti dovevano essere trasferiti in centri di detenzione, ma i disordini sono cominciati con un loro tentativo di resistenza agli ordini degli uomini armati incaricati di gestire il trasferimento. […]

Dura la reazione di „Mediterranea Saving Humans“, secondo cui «i miliziani che il governo italiano e l’Unione europea si ostinano a chiamare guardia costiera e a riempire di soldi per bloccare le persone che scappano da torture, violenze di ogni tipo e dalla guerra che insanguina la Libia, hanno aperto il fuoco contro persone disarmate». E ancora: «La stessa sedicente guardia costiera rende noto poi di avere catturato dal 15 al 18 settembre, 493 donne, uomini e bambini che tentavano di scappare dal mare. In quale lager li hanno portati? Quanti ne hanno già uccisi? Il governo italiano vuole continuare – ha concluso Mediterranea – ad essere complice di questo orrore?». […]

Avvenire.it | 21.09.2019

Libyen: Bootsflüchtling nach Push-Back „auf der Flucht erschossen“