Über 500 Gerettete befinden sich inzwischen an Bord der NGO-Schiffe „Open Arms“ und „Ocean Viking“, zum Teil bereits seit 11 Tagen im zentralen Mittelmeer blockiert. Sämtliche EU-Staaten lehnen inzwischen nicht nur kategorisch die Aufnahme dieser Boat-people ab, sondern verhindern auch, dass sich die EU-Kommission als Verhandlungsinstanz zur Verteilung der Geretteten einschalten kann. Seit dem gestrigen Montag soll die EU-Kommission informelle Gesprächen mit ausgewählten Regierungen aufgenommen haben, aber in der Öffentlichkeit stellt sie sich noch immer tot. Es ist ungefähr so, als wenn neben dem Feuerwehrhaus ein Gebäude abbrennt, aber die Feuerwehr nicht löscht, weil niemand sie angerufen hat.

Einzelne Gerettete, die schwer erkrankt sind, wurden von nach Italien und Malta evakuiert. Zahlreiche Berichte zu erlittener Folter liegen inzwischen vor, diese Berichte wurden in der Zwischenzeit auf beiden Schiffen in Anhörung der Geretteten erstellt.

Die Seenotrettungen sind größtenteils mithilfe des Alarmphones erfolgt. Eine der letzten Rettungsaktionen fand statt, als das Flüchtlingsboot bereits auseinanderbrach und alle Personen aus dem Wasser gerettet werden mussten.

Das NGO-Schiff „Mare Jonio“ ist wieder startklar und hat zu einer Spendenaktion aufgerufen, es fehlen noch 150.000 Eur0 für die anstehende Fahrt ins zentrale Mittelmeer.

Bruselas contacta con varios países en busca de soluciones para el ‘Open Arms’
La ONG, que cumple 11 días en altamar, endurece el tono contra el Gobierno en funciones

Bruselas / Madrid 13 AGO 2019 – 08:52 CEST
Los migrantes rescatados por el Open Arms, este viernes. En vídeo, declaraciones del directos de la ONG proactiva Open Arms, Óscar Camps. VALERIO NICOLOSI (AP) / VÍDEO: OPEN ARMS
La Comisión Europea llama a la puerta de las capitales en busca de solidaridad. Bruselas ha señalado este lunes que mantiene contactos informales con varios países para redistribuir a los rescatados por el Open Arms y permitir así su desembarco. Pero ningún país ha manifestado por ahora su intención de liderar el desbloqueo y, 11 días después del primer rescate, el barco español sigue pidiendo un puerto seguro para los 151 náufragos que quedan a bordo. Un segundo buque, fletado por Médicos Sin Fronteras y SOS Méditerranée, con 356 migrantes en cubierta, se suma a la exigencia de un mecanismo de desembarco.
La solución para el Open Arms no parece a la vuelta de la esquina, pero algo empieza a moverse en Bruselas. El Ejecutivo comunitario insistió en que mientras no haya petición de coordinación formal por parte de un Estado, no está entre sus competencias hacerse cargo de la mediación para desembarcarlos. Aun así, la Comisión ha contactado con varios países para desencallar el asunto.
[…] La presión sobre la Comisión para que no se ponga de perfil ha ido en aumento en los últimos días. El presidente del Parlamento Europeo, el italiano David Sassoli, exigió en una carta a su homólogo en la Comisión, Jean-Claude Juncker, que se implicara en hallar una salida para el Open Arms. El equipo de Juncker, atrapado entre las voces que le piden que actúe y su falta de competencias en ese asunto, aborda la crisis con la máxima cautela: una portavoz europea señaló que no habrá respuesta a la misiva de la Eurocámara hasta dentro de unos días.
Ningún país europeo ha mostrado aún su disposición a acoger a los ocupantes del Open Arms. España está evitando intervenir, al menos públicamente.  […]
Este lunes, además, el capitán del buque pidió a la Embajada española en Malta que traslade a Madrid la petición de asilo de 31 menores que aún están a bordo. La carta demanda su tramitación urgente para poder permitir el desembarco de los niños ante la “situación de incertidumbre del barco”. No está claro que el procedimiento, nada común, sea viable, pero busca involucrar al Gobierno mientras se resuelve el bloqueo.
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El País | 13.08.2019

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Migranti, la Ocean Viking salva altre 105 persone. La Open Arms ancora in mare: in totale in 507 in attesa di un porto

Dopo i salvataggio effettuati nei giorni scorsi, la nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere ha quindi a bordo 356 migranti, che si aggiungono a quelli salvati dalla nave della ong spagnola. E oggi Mediterranea ha annunciato che a breve tornerà in acqua la Mare Jonio
di F. Q. | 12 Agosto 2019

Le navi di salvataggio a cui viene negato un porto sicuro continuano a salvare migranti. L’ultimo caso è quello della Ocean Viking, che nel pomeriggio di lunedì ha salvato altre 105 persone al largo della Libia. Ora le persone soccorse a bordo della nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere ci sono quindi 356: in totale sono così 507 i profughi ancora in mare in attesa di un porto sicuro, tra la Ocean Viking e della Open Arms. “Abbiamo appena concluso un intervento critico – scrivono su Twitter le ong – Subito dopo aver distribuito i giubbotti salvagente ai migranti uno dei tubolari del gommone è esploso e diverse persone sono finite in acqua. Tutti e 105 i migranti che erano a bordo sono ora al sicuro sulla Ocean Viking”.
I migranti salvati oggi sono uomini e ragazzi, tra cui 29 minori e due bambini di 5 e 12 anni, in maggioranza sudanesi. La nave è equipaggiata per accogliere tra 200 e 250 persone in buone condizioni in strutture piazzate sul ponte, ma, secondo le organizzazioni, può portarne a bordo un numero maggiore, se necessario. La Ocean Viking in altre tre diverse operazioni di soccorso nei giorni scorsi aveva recuperato 250 persone: “In molti – racconta Luca Pigozzi, il coordinatore del team di Msf – hanno raccontato di essere stati torturati con scosse elettriche, di esser stati picchiati con pistole e bastoni, di aver subito bruciature con plastica fusa. Ci hanno detto che provano ancora dolore per le ferite subite in Libia”.
La Open Arms in mare da 11 giorni – Ancora ferma anche la situazione della Open Arms, in mare da undici giorni. L’imbarcazione spagnola il primo agosto ha soccorso, in due diversi interventi, 121 migranti, altri 39 invece quelli fatti salire nella notte tra il 9 e il 10 agosto, recuperati in acque maltesi e raggiunti grazie a una segnalazione di Alarm Phone. La “situazione a bordo è molto complicata e può peggiorare da un momento a l’altro, abbiamo bisogno di una soluzione prima possibile” ha affermato oggi la ong spagnola, che torna a chiedere un porto sicuro per poter sbarcare le persone salvate davanti alla Libia, accusando l’Europa di averle “abbandonate”.
A bordo sono rimasti in 151: dopo il ventenne con presunta tubercolosi sbarcato ieri a Lampedusa con una motovedetta della Guardia Costiera italiana, questa mattina è stato completato anche il trasferimento a Malta di due donne che avevano bisogno di cure in ospedale e dei loro accompagnatori, in tutto otto persone. Sono stati trasferiti su una motovedetta delle forze armate maltesi e portati a La Valletta.
Intanto, dopo Richard Gere e Antonio Banderas, anche Javier Bardem si schiera con la ong spagnola, chiedendo al governo di Madrid di intervenire e di fare pressione sull’Europa affinché i migranti a bordo possano sbarcare ed essere ridistribuiti nei vari paesi europei. “Open Arms – dice Bardem in un video – sta facendo un lavoro straordinario e necessario per la dignità umana e per salvare la vita di persone che scappano da situazioni che noi non possiamo neanche immaginare, con l’unico obiettivo di dare un futuro ai propri figli e alle proprie famiglie”.
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L’annuncio di Mediterranea: la Mare Jonio a breve in mare – Sempre lunedì la ong italiana Mediterranea annuncia il ritorno in mare della Mare Jonio, sequestrata a maggio scorso dopo aver fatto sbarcare 30 migranti salvati al largo della Libia: “Salperemo nonostante multe, divieti e decreti ma servono 150mila euro per tornare in mare”, annunciano. “Dopo più di 2 mesi di sequestro, la nave Mare Jonio è libera, quasi pronta per salpare alla volta del Mediterraneo centrale. Una nuova missione di monitoraggio e denuncia di quanto avviene nella frontiera più letale del mondo, senza mai sottrarsi all’obbligo di salvare vite e portarle al sicuro. Salperemo nonostante le multe, i divieti e i decreti. Perché l’umanità non si ferma con le minacce o le ingiunzioni”.
Mediterranea Saving Humans, la rete delle associazioni italiane che con Nave Mare Jonio e Nave Alex nei mesi scorsi ha monitorato il Mediterraneo centrale, salvando vite, lancia così una nuova campagna di sottoscrizione popolare: “Ci sono serbatoi da riempire, cambuse da rifornire, equipaggi da comporre e attrezzature indispensabili al salvataggio da acquistare. Per tornare in mare, per farlo subito, c’è bisogno del sostegno di tutte e tutti. Per farlo, per riempire Mare Jonio e metterla in sicurezza, servono 150mila euro. Ognuno può dare il suo contributo: donare è un atto di umanità”. “Chiediamo di aiutare Mare Jonio a tornare a navigare – conclude Mediterranea – perché è salvando gli altri che ci salveremo insieme”.

Il Fatto Quotidiano | 12.08.2019

Mittelmeer, über 500 Gerettete: EU stellt sich tot