The Alarm Phone is currently working on a distress situation in the Central Mediterranean. Please find our updates on Twitter throughout the day.

– 10am this morning, we were alerted by 100 people on a boat crossing the Mediterranean. At 11 we received the first position. They are 60NM offshore Misrata (#Libya) but the situation is calm and they asked us to standby as they are currently underway using an engine.

– Between 11:40 and 12:20 people were increasingly panicking. They wanted us to inform authorities, but not the Libyans. We gave legal counselling, explaining to them that Libya and Italy would claim Libya’s responsibility for the area they are located.

– At 12:20 we received a new position. They are 12NM more East now and have navigation problems. One child is unconscious or deceased. The boat is taking in water. They want us to call for help, regardless of what this would mean concerning a possible return to Libya.

– At 12:58, call to MRCC #Rome with new GPS position. They tell us to call RCC #Malta and state they won’t pass on this info despite this being their duty as they received knowledge about a SAR case. @guardiacostiera @rbx_afm

– Email to MRCC #Rome, RCC #Malta and JRCC #Libya at 13:10, informing and asking who is in charge of coordination. We request urgent assistance for those in distress. Emails to #Tripoli bounce immediately. #Malta confirms on the phone that they will come back to us.

– 13:50 We have increasing difficulties to calm people down. We urge authorities to decide who is in charge, an authority capable of coordinating SAR operations and that respects Intl. law. It is unacceptable that the law is violated and people left to die due to political games.

:::::

Barcone in avaria a largo della Libia, a bordo cento persone: „Aiutateci, stiamo morendo congelati“

E‘ stato segnalato a 60 miglia dalle coste di Misurata, dopo i due naufragi dei giorni scorsi. Sull’imbarcazione potrebbero esserci dei morti, tra cui forse un bambino. La guardia costiera di Tripoli indicata come autorità competente, ma finora nessun contatto. Salvini fermo sul ‚porti chiusi alle ong‘, Casellati: „Non possiamo accettare che il Mediterraneo diventi una fossa comune“ […]

La Repubblica | 20.01.2019

:::::

Migranti, barcone in difficoltà: in 100 a bordo, si temono morti. Alarm Phone: “Libia non risponde, stanno congelando”

Il natante si trova a 60 miglia al largo delle coste di Misurata, in Libia: in un primo momento non aveva chiesto aiuto, ma nelle ultime ore ha iniziato a imbarcare acqua, scatenando il panico tra gli occupanti. Sulla barca, stando a quanto segnalato, potrebbero esserci anche dei cadaveri, tra cui quello di un minorenne. Si muove Sea Watch: „Ma ci vogliono 15 ore“

Il Fatto Quotidiano | 20.01.2019

:::::

Migranti, un altro barcone in avaria, a bordo 100 persone. Sos: „Stiamo congelando“

Ancora morti nel Mediterraneo: altre 170 vittime in due naufragi. Sea Watch: ‚Nessuno ci dice dove andare‘

Un altro barcone con 100 persone a bordo è stato segnalato da Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico utilizzato per segnalare imbarcazioni in difficoltà, a 60 miglia al largo delle coste di Misurata, in Libia. Il natante, che inizialmente non aveva chiesto aiuto, starebbe ora imbarcando acqua con le persone nel panico. A bordo, secondo quanto segnalato, potrebbero esserci morti, tra cui forse anche un bambino.

„Alle 10 di questa mattina – spiega Alarm Phone -, siamo stati avvertiti di un’imbarcazione con 100 persone a bordo che stava tentando di attraversare il Mediterraneo. Alle 11 abbiamo ricevuto la loro prima posizione. Erano a 60 miglia al largo di Misurata (Libia), ma la situazione era calma e ci chiedevano di restare in standy, mentre tentavano di utilizzare un motore“. „Tra le 11:40 e le 12:20 – continua il sistema di allerta -, le persone hanno cominciato ad andare nel panico. Volevano che informassimo le autorità, ma non quelle libiche. Abbiamo fornito loro assistenza legale, spiegando che Libia e Italia avrebbero sostenuto la responsabilità libica per l’area in cui erano“. „Alle 12:20 – si legge – abbiamo ricevuto una nuova posizione. Erano a 12 miglia più a est e avevano problemi di navigazione. Un bambino è incosciente o morto. Il natante sta imbarcando acqua. Chiedono aiuto, anche se questo potrebbe significare tornare in Libia“. […]

Centosettanta vittime in due naufragi. Centosettanta persone morte negli ultimi giorni in un Mediterraneo che, anche in questo scorcio del 2019, si conferma „cimitero dei migranti“. I barconi del sogno europeo non si fermano e continuano a partire dalla Libia, in fuga da „violenze e abusi“, dalle torture dei centri di detenzione, come raccontano i fortunati che ce la fanno.

Solo ieri altri tre gommoni sono stati avvistati al largo di Tripoli, due sono stati riportati in Libia, mentre un altro con a bordo 47 migranti è stato soccorso da Sea Watch che resta ora in attesa di indicazioni dalle autorità per un porto sicuro. „Le ong si scordino di ricominciare la solita manfrina del porto in Italia o del ‚Salvini cattivo‘. In Italia no“, chiosa il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in una diretta pomeridiana su Facebook. „Ci sarà un secondo processo di Norimberga – lo attacca il sindaco ‚disobbediente‘ di Palermo, Leoluca Orlando – e lui non potrà dire che non sapeva“. „I nostri nipoti – gli fa eco padre Alex Zanotelli – diranno di noi quello che noi diciamo dei nazisti“.

L’ultima tragedia è avvenuta venerdì mattina, quando le autorità libiche avvistano un gommone in difficoltà con „circa 50 migranti“, secondo la loro stima, a nord di Garabulli. La Guardia costiera di Tripoli invia prima una motovedetta – poi costretta a tornare indietro per avaria – e poi allerta un mercantile battente bandiera liberiana per soccorrere il natante. Nel frattempo, un paio d’ore dopo, il gommone viene avvistato anche da un velivolo dell’Aeronautica militare italiana che riferisce di sole 20 persone a bordo. Ma a quel punto il gommone è già semiaffondato. L’equipaggio dell’aereo lancia due zattere di salvataggio, mentre poco più tardi un elicottero inviato dal cacciatorpediniere Caio Duilio recupera i tre superstiti del naufragio e li porta a Lampedusa. Saranno loro a rivelare che su quel gommone „eravamo in 120, tra cui 10 donne e anche un bimbo di due mesi“. Su quanto accaduto indagano la procura militare di Roma e quella ordinaria di Agrigento.

Gli inquirenti sono alla caccia dei responsabili del traffico, ma vogliono fare chiarezza anche sulle modalità del soccorso. Era stato il senatore e ufficiale delle Capitanerie, Gregorio De Falco, nel pomeriggio a invitare Marina e Guardia Costiera a „fornire ogni ragguaglio della situazione“. „Ricordiamoci – aveva detto – che esistono obblighi di soccorso derivanti sia da norme di diritto internazionale che interno, oltre al buon senso. Il naufragio è una cosa e l’immigrazione un’altra“.

Un altro naufragio, invece, è avvenuto nei giorni scorsi ed è costato la vita a 53 migranti che tentavano di raggiungere l’Europa sulla rotta nel Mediterraneo occidentale, in direzione della Spagna. Un sopravvissuto, riferisce l’Unhcr, è stato soccorso da un peschereccio e sta ricevendo le cure mediche in Marocco. Navi di soccorso marocchine e spagnole hanno perlustrato a lungo quel tratto di mare, ma senza risultati. Ed oggi, proprio in Spagna – a Barcellona – sono scesi in strada attivisti e volontari dell’ong OpenArms, in corteo per le strade della città sulle note di „Bella Ciao“.

Sulla tragedia di venerdì il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso „profondo dolore“, mentre il premier Giuseppe Conte si è detto „scioccato“. Immancabile, però, monta la polemica politica, con Salvini che torna all’attacco delle ong. „Loro tornano in mare – accusa -, gli scafisti ricominciano i loro sporchi traffici e le persone tornano a morire“. Per l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, quella attuale è „una politica migratoria criminale“. „Noi siamo l’Italia – scrive Matteo Renzi -: se c’è gente in mare, prima la salviamo. Poi si discute“. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, lancia un appello all’Europa che, dice, „non può più restare a guardare“.

ANSA | 20.01.2019

Ongoing distress situation off Libya – 100 lives at risk!