Zwischen dem Lega-Innenministerium und dem M5S-Verteidigungsministerium in Italien ist ein offener Konflikt ausgebrochen. Anlass ist die Verfügung von Salvini, dass die italienischen Häfen in Zukunft auch für die Mare Ionio, die unter italienischer Flagge fährt, geschlossen bleiben. Diese Verfügung hat er nicht nur an die Spitze der Polizeibehörden geschickt, die ihm untersteht, sondern auch an den Chef des Militärstabs. Damit sei eine rote Linie überschritten, wütet die Chefin des Verteidigungsministeriums Trenta.

Die Mare Jonio ist seit gestern wieder im Mittelmeer und wird vermutlich heute in der SAR-Zone ankommen. Verschärft wird die Situation durch die militärische Eskalation in Tripolis, in deren Folge die Zahl der Flüchtenden, die über das Mittelmeer nach Europa wollen, schlagartig ansteigen könnte. Vor dem Hintergrund hat die EU-Außenbeauftragte Federica Mogherini die EU-Mitgliedstaaten gedrängt, die Schiffe der EU-Mission „Sophia“ wieder ins Mittelmeer zu verlegen.

Migranti, è scontro fra Salvini e la Difesa

La direttiva del Viminale spacca il governo: „Superata la linea rossa“. Il Colle vigila

Stavolta non è esplicito come nei giorni scorsi, ma forse ancora più estremo. In campagna elettorale il tasso di conflittualità è fisiologico ma lo scontro tra Salvini e la ministra Trenta sulla chiusura dei porti sta assumendo dimensioni preoccupanti perché chiama in causa l’invasione di campo. Ufficialmente, a infuriarsi con il leader della Lega sono i vertici delle forze armate, ma è evidente che, al loro fianco c’è la responsabile della Difesa, tanto più che a far trapelare la notizia dell’irritazione delle gerarchie militari sono fonti del dicastero: «È stata superata una linea rossa».

La scintilla che innesca l’incendio è la direttiva ‘anti-mare Ionio’ che il Viminale emana in mattinata. Il documento, annunciato nei giorni scorsi, prevede un giro di vite per le Ong italiane. Vietando l’approdo nei nostri porti alle imbarcazioni battenti bandiera tricolore che non rispettino le «prerogative di coordinamento delle autorità straniere titolate» a intervenire (vale a dire la guardia costiera libica) di fatto punta diritto verso la nave di Mediterranea Saving Humans (su cui si imbarcherà il senatore De Falco, ex M5s: data la sua esperienza è difficile che non vada come comandante) diretta verso Tripoli, e che non cela il suo disappunto: «Noi ci atterremo alle regole nazionale e internazionali». L’intimazione, come la definisce Salvini, a vigilare sul rispetto delle norme, viene inviata non solo ai vertici delle forze dell’ordine su cui lui ha diretta competenza, ma anche alle gerarchie militari – segnatamente al capo di Stato maggiore della Difesa – che dipendono dalla Trenta. La mossa viene vissuta come uno sconfinamento inaccettabile dai pentastellati. «Questa ingerenza è un atto da regime», sussurrano alla Difesa. È una direttiva «legittima», replica il leghista. «Di ordine pubblico me ne occupo io, ma fino a oggi con Di Maio e Toninelli ho condiviso tutto». E meno male che lui stesso ha consiglia ai suoi parlamentari di «non polemizzare» con gli alleati «perché la gente odia i litigi»: il confronto è così virulento che circolano voci per cui la questione sarebbe planata sul tavolo di Mattarella nell’incontro con Conte, ma dal Quirinale fanno sapere che non è così: non se n’è parlato perché il caso è esploso dopo. Ma è chiaro che il Colle vigila.  […]

Quotidiano.net | 17.04.2019

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Ong, una direttiva basata sull’ipocrisia

da il Manifesto, di Mario Morcone*

L’ultima direttiva del ministro degli Interni Salvini viene emanata in un momento in cui in Libia imperversa una guerra civile, senza che questo elemento metta in alcun modo in discussione l’impianto della stessa. La direttiva, infatti, non tiene neppure in considerazione il fatto che la Guardia Costiera Libica non sia in grado di salvare i migranti in mare o che la Libia – oggi a maggior ragione – non è considerato porto sicuro. Ancora una volta le disposizioni di Salvini prendono le mosse dal considerare la Libia alla stregua di Francia, Spagna o Danimarca. Una evidente ipocrisia.

Le argomentazioni poste alla base della direttiva e volte a fermare le attività della Mare Jonio appaiono pretestuose o false:

1) Contrasto non al traffico di esseri umani ma all’aiuto umanitario
Si insinua, per l’ennesima volta, che l’attività di ricerca e soccorso in mare svolta dalle Ong sia in qualche modo di supporto all’attività dei trafficanti contribuendo alla ormai tristemente nota «operazione di svilimento dell’aiuto umanitario».

2) Obbligo di salvataggio, nessuna violazione
Ci si chiede su quali basi si possa affermare che le navi che operano salvataggi in mare non siano legittimate a farlo o non ne abbiano titolo. Si tratta di un obbligo internazionale cui le navi private – siano esse mercantili o di Ong – sono tenute a rispondere. Le Convenzioni internazionali sul diritto del mare sanciscono l’obbligo imperativo per gli Stati di tutelare la vita umana in mare attraverso operazioni di soccorso (Sar) e prevalgono sulla normativa interna ed europea, sugli accordi bilaterali, sui Memorandum d’intesa e su qualsiasi scelta politica per il contrasto dell’immigrazione irregolare.

3) Numero morti in mare e attività di soccorso
L’attività delle Ong in mare non accrescono il rischio di morte anzi, dai dati si evince come il graduale ritiro di navi di Ong dal Mediterraneo abbia invece prodotto un preoccupante incremento del tasso di mortalità nella rotta del Mediterraneo centrale. Da gennaio ad aprile di quest’anno sono arrivate nel Mediterraneo centrale 933 persone. Nello stesso periodo sulla stessa rotta hanno perso la vita 256 persone. Le persone morte nel tentativo di arrivare in Europa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale corrispondono al 27% degli arrivi (dati Oim).

4) Competenza del Ministero dei Trasporti
Ancora una volta il ministro degli Interni eccede l’ambito di sua competenza. Si ricorda inoltre che è il ministro dei Trasporti l’autorità competente a interdire con ordinanza il passaggio o la sosta di un’imbarcazione nel mare territoriale per motivi di ordine pubblico.

5) Salvataggio non è violazione delle norme
È chiaro dalla normativa sia interna che internazionale che il salvataggio di persone in difficoltà in mare non può rappresentare una violazione delle norme in materia di sorveglianza delle frontiere né sull’immigrazione irregolare, ancorché si tratti di richiedenti asilo. Si tratta di persone, quelle soccorse nel Mediterraneo, alle quali nessuna norma vieta di accedere irregolarmente nel territorio nazionale per chiedere protezione.

In conclusione credo che la direttiva non abbia alcun contenuto concreto se non quello di costruire un’occasione di polemica su un tema che non c’è, distraendoci da problemi più difficili e spinosi che in questo periodo minacciano il futuro del nostro Paese.

* Direttore del Consiglio italiano per i rifugiati

Il Manifesto | 17.04.2019

Direttiva di Salvini sui migranti, tensione con M5s

Si alza la tensione sulla direttiva Salvini sulla Mare Jonio che è stata inviata anche ai vertici della Difesa e della Marina. Dal ministero della Difesa emerge irritazione per uno sconfinamento del Viminale. E‘ stata superata una linea rossa, osservano fonti della Difesa.

Il ministro della Difesa Trenta l’accusa di ingerenza per la direttiva sui porti? „Mio compito è difendere i confini, combattere terroristi e scafisti“. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini arrivando alla Camera per l’assemblea dei gruppi della Lega. Ma i porti sono chiusi o aperti? „Io ho il diritto-dovere di decidere in quale porto sbarca tizio o caio: finché sarò io a decidere non c’è nessun porto disponibile per far sbarcare tizio o caio“.

„Al momento non c’è guerra, ci sono scontri e noi stiamo lavorando affinché non ci sia la guerra“, ha affermato Salvini a ‚Di Martedì‘ su La7 parlando della situazione in Libia sostenendo dunque che chi parte oggi non è un profugo. In ogni caso, ha ribadito „siccome sui barconi c’è la possibilità che ci siano dei terroristi, rischio dei processi ma non mi interessa: se è a rischio la sicurezza italiana, io non do l’autorizzazione allo sbarco neanche ad un barcone“. […]

ANSA | 16.04.2019

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Mogherini will Einsatz wiederbeleben

Die EU-Außenbeauftragte Federica Mogherini fordert die EU-Staaten auf, wieder Schiffe ins Mittelmeer zu schicken. Die Mission war im März auf Eis gelegt worden.

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„Ich habe mich immer dafür ausgesprochen, dass die Schiffe in den internationalen Gewässern bleiben“, sagte Mogherini. Sie hoffe, dass die EU-Staaten ihre Entscheidung überdenken. Die Mission habe dazu beigetragen, dass die Zahl der Flüchtlinge, die nach Europa kommen, um mehr als 80 Prozent zurückgegangen sei. Seit der Gründung der Mission „Sophia“ im Jahr 2015 wurden 45.000 Menschen aus Seenot gerettet und rund 150 Schleuser festgenommen.

Mogherini warnte, der Konflikt in Libyen könne sich durch illegale Waffenlieferungen in das Land lange hinziehen. […]

taz | 17.04.2019

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Salvini ‚crossed red line‘ with refugee boat policy, says military

Italian military officials have accused Matteo Salvini of “unprecedented interference” as tension mounts over the far-right interior minister’s policy of closing ports to rescued migrants.

Salvini, who is also Italy’s deputy prime minister, sent a letter to the heads of the navy and coastguard reportedly ordering them to maintain the policy by paying close attention to events at sea, in particular the movements of Mare Jonio, a charity rescue ship that was seized in March after defying an order not to bring migrants to Italy.

While the interior ministry oversees the police, which also received the letter, the navy and coastguard are within the remit of the defence ministry.

Sources from the military and defence ministries told the news agency Adnkronos that Salvini’s directive had “crossed a red line” and represented an “improper pressure”.

“The [directive] is a real and unprecedented interference in the recent history of the republic that violates every principle and protocol,” the sources said. […]

The Guardian | 17.04.2019

Italien: Konflikt zwischen Salvini und Militär