Angesichts der politisch-militärischen Entwicklung in und um Tripolis und dem möglichen Beginn einer sogenannten „humanitären Krise“ fordert die Regierungspartei „Movimento 5 Stelle“ die Öffnung der italienischen Häfen. Die „Lega“, die Regierungspartei des Innenministers Matteo Salvini, hält dagegen an der Schließung fest.

[…] Di Maio: „Alleati di Salvini aprano i porti“

Ma non è solo la comunità internazionale ad essere divisa. Lo scontro è anche interno al governo sul rischio di una nuova emergenza immigrazione. „I porti con me rimangono indisponibili chiusi e sigillati ai mercanti di esseri umani“, ha detto Salvini rispondendo ai ministri Trenta e Di Maio che prendevano le distanze dalla politica del leader leghista. „I porti chiusi sono una misura occasionale“, aveva aperto Luigi Di Maio. E la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta: „Con la guerra in Libia i migranti diventano rifugiati“. In serata, poi, Di Maio torna ad attaccare: „Il vero dibattito non è sull’Italia ma sugli altri. Sono gli altri che devono aprire i porti e per ‚altri‘ mi riferisco anche agli alleati della Lega. Sono loro che devono cambiare atteggiamento nei confronti del nostro Paese“. Ma Matteo Salvini respinge ogni apertura dei 5 Stelle: „I porti italiani restano chiusi, chiunque parta dalla Libia, a differenza di come sembra stia ipotizzando qualche ministro, non può essere ritenuto un rifugiato, non con me ministro del’interno“. […]

La Repubblica | 15.04.2019

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Profughi in arrivo dalla Libia: ora Salvini è davvero nei guai (e Di Maio più di lui)

La strategia di Salvini si fondava su due punti: la Libia come porto sicuro e i porti chiusi come deterrente alle partenze. L’offensiva di Haftar contro Tripoli e Misurata cambia completamente lo scenario, e l’imminente campagna elettorale europea lo complica ancora di più. Che farà Di Maio?

Che fino a ieri la Libia non fosse una polveriera, ma un porto sicuro e in pace, probabilmente lo pensava solamente Salvini. Che da domani nemmeno lui potrà sostenere questa tesi è altrettanto lapalissiano. Non è questione di lana caprina, questa, ma il nuovo e drammatico cambio di scenario, che rischia di far saltare tutta la strategia del ministro dell’interno in materia d’immigrazione, per di più in piena campagna elettorale per le elezioni europee e all’inizio di questi mesi caldi e di mare calmo in cui, anche in circostanze meno emergenziali, partenze e sbarchi dalla Libia aumentano fisiologicamente. […]

La campagna elettorale delle elezioni europee rischia di far impazzire la maionese: ogni decisione di Salvini, infatti, dovrà essere pesata – come avviene sempre: ora, semplicemente, di più – sulla bilancia del consenso. E già prevediamo gli strali del Capitano contro la Francia, rea e recidiva di aver riportato la guerra a Tripoli, e contro il resto del continente, che con ogni probabilità non muoverà un dito per aiutare l’Italia nei guai.

In tutto questo, c’è pure il fattore Di Maio da non dimenticare. Il capo politico dei Cinque Stelle stava impostando tutta la campagna elettorale contro la deriva di ultradestra dell’Europa e rischia di ritrovarsi tra l’incudine degli sbarchi incontrollati e il martello dei porti chiusi e della fermezza salviniana. Che farà, il caro Luigi? Il fedele alleato come nei casi dell’Aquarius e della Diciotti, col rischio di veder fagocitato il proprio consenso dallo strapotere leghista? Oppure sarà il capofila di una fronda umanitaria che potrebbe coinvolgere pure i sindaci di Lampedusa, Siracusa, Napoli, Cagliari, Palermo? E in quest’ultimo caso, quante settimane di vita potrà avere il governo? La risposta è alle porte della Tripolitania. Sincronizzate gli orologi.

Linkiesta | 15.04.2019

Italien: Regierungspartei fordert Öffnung der Häfen