Weil die Sea-Watch den Umwelt- und Sicherheitsvorschriften für die Schifffahrt angeblich nicht Genüge leistet, darf das Boot den Hafen von Catania vorläufig nicht verlassen. Die Hafenbehörden, die unter politischem Druck stehen, suchen nach technischen Gründen, um die Sea Watch 3 daran zu hindern, die Rettungsaktivitäten wieder aufzunehmen. In einer Stellungnahme hatte Sea Watch gestern schon getwittert: „Wir müssen nach Catania, weg von einem sicheren Hafen in einen Hafen, wo es einen Staatsanwalt gibt, der bekannt ist für sein Vorgehen gegen die Rettungsaktivitäten der NGOs. Wenn das kein politischer Schritt ist, was dann? Wir erhoffen das Beste, befürchten aber das Schlimmste.“

Guardia costiera: irregolarità su Sea Watch, non potrà lasciare Catania

La sea Watch su Twitter: „Pressioni politiche per fermare il soccorso in mare“

Irregolarità sulla Sea Watch 3. A causa di „una serie di non conformità“ che riguardano sia „la sicurezza della navigazione“, sia „il rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino“  la nave non potrà lasciare Catania. […]

„#Seawatch in stato di fermo“, scrivono su Twitter i componenti dell’equipaggio della Sea Watch, „La Guardia costiera ci notifica il blocco per non conformità su sicurezza navigazione e normativa ambientale. Le autorità, sotto chiara pressione politica, sono alla ricerca di ogni pretesto tecnico per fermare l’attività di soccorso in mare“.

La Repubblica | 01.02.2019

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[…] A spiegare in cosa consistano le irregolarità rilevate è il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: “La nostra Guardia Costiera ha effettuato il fermo amministrativo della SeaWatch3 – scrive su Facebook – Stiamo parlando di una imbarcazione registrata come ‘pleasure yacht‘, che non è in regola per compiere azioni di recupero dei migranti in mare. E mi pare ovvio, visto che è sostanzialmente uno yacht. In Italia questo non è permesso”. “Se tu, milionario, compri uno yacht, vai in navigazione per piacere, non per sostituirti alla Guardia Costiera libica o di altri Paesi – aggiunge – Il governo olandese non ha nulla da dire rispetto a una imbarcazione di una Ong tedesca che chiede e ottiene la bandiera dei Paesi Bassi per scorrazzare nel Mediterraneo agendo fuori dalle regole?”. […]

Il Fatto Quotidiano | 01.02.2019

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«Sea-Watch 3» darf Hafen Catania nicht verlassen – keine zivilen Rettungsschiffe mehr im Mittelmeer

[…] Damit das Schiff wieder abfahren könne, sei ein Eingreifen der Niederlande notwendig, unter deren Flagge die «Sea-Watch 3» fährt, berichtete die italienische Küstenwache. Bis dahin dürfe das Schiff, das 47 Geflüchtete nach Sizilien gebracht hatte, vorerst Catania nicht verlassen.Die Rechtsanwälte der deutschen NGO Sea Watch berichteten, dass den Crewmitgliedern die Pässe nicht entzogen worden seien. Die Crew war mehrere Stunden lang von der Polizei befragt worden. Die Behörden gaben kein Grünes Licht zum Wechsel der Crew, worum der Kapitän gebeten hatte, berichteten italienische Medien am Freitag.

NZZ | 01.02.2019

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SeaWatch, la festa dei migranti a terra. Escluso il sequestro

Salvini insiste: «Mi risultano delle irregolarità». Ma un team di avvocati lo denuncia di nuovo per sequestro di persona e tortura

Quando la Sea Watch 3, battente bandiera olandese, attracca nel molo del porto di Catania i 47 migranti, tra cui quindici minori non accompagnati e molti con indosso la maglietta della Croce rossa, si abbracciano tra di loro e con i componenti dell’equipaggio della ong tedesca: la fine di un incubo, durato sette giorni in mare e cinque in rada, un miglio dalla costa di Siracusa, ostaggi di diatribe tra governi Ue e di polemiche tra il ministro degli Interni Matteo Salvini con un pezzo della magistratura per la richiesta di autorizzazione a procedere inoltrata dal Tribunale dei ministri di Catania al Senato nei confronti del capo del Viminale per il «caso Diciotti».

AD ACCOGLIERLI IN BANCHINA, oltre a un imponente e inconsueto sistema messo a punto dalla prefettura, uno striscione con la scritta: «Stop the attack on refugees». I primi a scendere sono stati i minorenni. «Ci hanno chiesto dove si trovassero – racconta Luigi Corsaro, presidente della Croce rossa siciliana – Gli abbiamo mostrato una cartina, indicando la città di Catania». Hanno tra i 14 e 17 anni, provengono da Senegal, Guinea Bissau e Sudan. […]

CONCLUSO LO SBARCO, a bordo della Sea Watch 3, su disposizione della Procura di Catania, sono saliti uomini della guardia di finanza, della squadra mobile e della capitaneria di porto per gli «accertamenti di rito», come quelli amministrativi e l’identificazione di eventuali scafisti. Escluso, al momento, il sequestro della nave. La scelta di dirottare i migranti a Catania, e non farli scendere a Siracusa dove la nave è rimasta ferma cinque giorni e con la prefettura che aveva già predisposto la macchina per l’accoglienza, insospettisce. «Dobbiamo andare a Catania, ciò significa che dobbiamo allontanarci da un porto sicuro, verso un porto dove c’è un procuratore noto per la sua agenda sulle ong che salvano in mare. Se questa non è una mossa politica non sappiamo cosa sia. Speriamo per il meglio ma ci aspettiamo il peggio», il commento a caldo della Sea Watch via twitter mentre la nave, poco dopo le 5 del mattino, partiva da Siracusa in direzione del capoluogo etneo.

IL CAPO DELLA PROCURA di Catania, Carmelo Zuccaro, tiene aperta da due anni una indagine, che non ha portato a nulla, sulle presunte complicità tra ong e trafficanti di essere umani; sempre Zuccaro aveva chiesto l’archiviazione per Salvini sul «caso Diciotti», istanza ribaltata dal Tribunale dei ministri di Catania che ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere per il ministro con l’accusa di sequestro di persona aggravato dalla presenza di minori. Ora si attendono le mosse di Zuccaro. Il comandante Jerome Petersen e l’intero equipaggio sono stati già sentiti a bordo della nave; a quanto si apprende non ci sarebbero al momento indagati. Il capo della Procura di Siracusa, Fabio Scavone, nel fascicolo aperto sulla Sea Watch 3, non aveva rilevato alcun reato a carico del comandante. […]

Il Manifesto | 01.02.2019

Sea Watch darf Catania nicht verlassen