Die Politik der geschlossenen Häfen verhindert nicht, dass Migranten trotzdem nach Italien kommen. In italienischen Zeitungen werden sie ‚Geisterlandungen‘ genannt: kleine schnelle Schlauchboote mit Außenbordmotor oder Glasfaserboote mit jeweils 10-15 Personen. Innerhalb weniger Stunden erreichen sie von der Maghreb-Küste Sizilien. Die Migranten landen, steigen aus und hinterlassen die Reste des Bootes an der Küste – ohne Hilfe von NGOs. Einige werden auf dem Festland festgenommen, aber viele betreten italienischen Boden, ohne eine Spur zu hinterlassen.

Porti chiusi? Senza soccorsi i migranti arrivano comunque (ma non li controlliamo)

Da quando l’Italia non salva le persone che arrivano via mare, per paradosso, quel rischio è aumentato. Perché nel Mediterraneo non ci sono più navi a controllare chi e come entra sul territorio. Il soccorso è il primo modo per garantire il controllo delle frontiere.

[…] Il punto è: l’Italia oggi non sa chi entra nel suo territorio. Le cronache li hanno ribattezzati “sbarchi fantasma”: piccoli gommoni veloci con motore fuoribordo (come quelli dell’inchiesta siciliana) o barchini in vetroresina che trasportano 10-15 persone alla volta; viaggiano dalle coste del Maghreb alla Sicilia in poche ore; arrivano, scendono e abbandonano i resti del natante lungo la costa. Non hanno nulla a che vedere con i flussi di migranti da decine di migliaia di persone che negli scorsi anni sono partite dalla Libia. Nulla a che spartire nemmeno con le ong e gli “umanitari” che li soccorrono in mare. Fanno tutto da soli. Fra questi, qualcuno viene rintracciato sulla terra ferma, foto segnalato, gli vengono prese le impronte digitali, entra nei circuiti di accoglienza (o di espulsione) e nelle statistiche del Viminale: 359 arrivi a dicembre, 980 a novembre, 1007 a ottobre, solo per citare i dati ufficiali del ministero negli ultimi tre mesi del 2018. Altri, invece, fanno perdere le loro tracce una volta giunti sulla terra ferma e di loro non si sa più nulla. […]

La nuova politica migratoria dell’Italia inaugurata da Matteo Salvini sotto lo slogan del zero soccorsi, zero sbarchi, zero migranti e – dice lui – zero vittime, ha un aspetto paradossale: gli sbarchi ci sono lo stesso, come mostrano i dati del suo ministero; i migranti e le vittime in mare pure; e tutto questo mentre non si ha più la pallida idea di chi entra sul territorio nazionale, come invece accadeva sia nel 2014-15, al tempo di Mare Nostrum, ma anche negli ultimi tre anni quando i salvataggi sono stati fatti da assetti pubblici (marina militare, guardia di finanza, guardia costiera, Frontex) e privati (ong, mercantili), sempre sotto l’egida dell’Italia e delle sue autorità. Oggi questo non avviene. E potrebbe anche essere, prima o poi, che la Procura di Palermo si ritrovi ad avere più ragione di quanto immagina e che negli “sbarchi fantasma” s’infiltrino terroristi jihadisti disposti a tutto. Terroristi che farebbero rimpiangere le polemiche e la bagarre politica sui migranti economici e sul “accettiamo solo donne e bambini”.

Linkiesta | 07.02.2019

Italien: Geschlossene Häfen? Auch ohne Rettung kommen die Migranten – unkontrolliert