In keinem anderen Monat dieses Jahres sind so viele Migrant*innen auf dem Seeweg nach Italien gekommen wie im September. Das liegt aber weder an der neuen Regierung, die in der Sache bisher wenig an der Migrationspolitik der alten Koalition geändert hat, noch an der Präsenz der NGOs im zentralen Mittelmeer. Die Mehrzahl der zivilen Rettungsboote liegt zur Zeit in europäischen Häfen. Ausschlaggebend sind zwei andere Faktoren: zum einen nutzen die Boat-people die Wetterbedingungen, die noch günstig sind, ehe Herbst und Winter die Überfahrt nach Europa nahezu unmöglich machen. Zum anderen sollen Schlepper inzwischen auch auf die ‚tunesische‘ Route ausgewichen sein, auf der bisher vor allem Tunesier die italienische Küste angesteuert haben – auf sog. Phantombooten und aus eigener Kraft. Die Route gilt als vergleichsweise ‚einfach‘, vor allem weil die libysche Route zunehmend riskanter geworden ist, nachdem die EU der von Milizen dominierten Küstenwache Libyens die Kontrolle über das zentrale Mittelmeer faktisch überlassen hat und es stillschweigend hinnimmt, dass abgefangene Boat-people in Lager zurück deportiert werden, die von Politikern der EU als KZs bezeichnet werden.

Perché gli sbarchi sono in aumento: non c’entrano né il governo Pd-M5s né le Ong

L’aumento degli arrivi non va attribuito né al governo Pd-M5s, insediatosi da sole due settimane né al presunto pull factor delle navi Ong (che non esiste): le ragioni sono altre

[…] Settembre è il mese con il più alto numero di arrivi via mare in Italia nel corso del 2019: già più di 1500 persone, a oggi. Come si spiega?

L’aumento degli arrivi non va attribuito né al governo Pd-M5s, insediatosi da sole due settimane (senza aver modificato per ora alcunchè in campo di politiche migratorie rispetto al passato) né tantomeno al presunto pull factor delle navi Ong (che non esiste): non vi è infatti alcuna relazione fra la presenza delle navi delle ong al largo delle coste libiche e l’aumento degli sbarchi.

I numeri parlano chiaro: dall’1 al 18 settembre, secondo i dati di Matteo Villa (Ispi), quando le navi delle ong erano vicine alla Libia sono partite circa 44 persone al giorno, quando non c’era alcuna nave umanitaria le partenze sono salite a 75.

Sono due le ragioni per le quali in queste settimane ci sono più arrivi: come già successo nel 2016 e nel 2017 a settembre gli arrivi sono superiori a quelli di agosto: c’entrano condizioni meteo particolarmente favorevoli, prima che nei mesi più freddi ormai alle porte il mare renda di fatto impossibile anche solo pensare di arrivare all’altro capo della rotta del Mediterraneo centrale, e le partenze diminuiranno inevitabilmente.

C’è anche un’altra ragione per la quale in queste settimane gli arrivi via mare stanno aumentando: secondo quanto rivelato da Repubblica i trafficanti di migranti della Libia avrebbero iniziato a sfruttare la rotta che fino a oggi era frequentata prevalentemente da tunisini, ovvero quella degli sbarchi „autonomi“ o „fantasma“: è una rotta „facile“, perché dalle coste tunisine porta a Lampedusa in una sola giornata piena di traversata, a bordo di piccole imbarcazioni di legno molto difficili da individuare per le forze militari. La rotta degli sbarchi autonomi.

„Sui gommoni in partenza dalla Libia le chances di arrivare sono sempre di meno: la percentuale di mortalità è altissima (uno su venti non ce la fa) così come il rischio di venire riportati indietro“, scrive Alessandra Ziniti su Repubblica: „[…] I potenti gruppi di trafficanti libici e dell’Africa centrale stanno spostando sulle spiagge al confine tra Libia e Tunisia centinaia di migranti rinchiusi nei centri di detenzione nel deserto e lungo le coste libiche. Colonne di pick up e furgoni fanno la spola di notte tra Tunisia e Libia e non sempre ai posti di frontiera si tengono gli occhi aperti“. […]

Today | 21.09.2019

:::::

Migranti: cresce in Italia l’allarme per gli sbarchi fantasma

Michela Mercuri, specialista di Libia e Medio Oriente, ci spiega i motivi che hanno favorito lo sviluppo della nuova rotta tunisina

Cosa può dirci sulla nuova rotta attraverso la Tunisia?

«Sono circa 6.000 i migranti chiusi nei centri di raccolta presenti sulla costa libica. Considerato che la rotta libica è sempre più difficile da seguire a causa della guerra, è plausibile ipotizzare che i trafficanti stiano scegliendo la rotta tunisina, o comunque la rotta che parte da Zuara, che è la città libica più vicina alla Tunisia, dove ci sono molti centri di detenzione nei quali vengono custoditi i migranti in attesa della loro partenza verso l’Italia. Lo conferma il fatto che le persone che negli ultimi giorni sono arrivate a Lampedusa sono ivoriani, camerunesi e migranti di altre nazionalità che normalmente partono dalla Libia alla volta dell’Italia. Le nuove zone di partenza dei migranti sono più sicura rispetto a quelle toccate in questo momento dalla guerra civile libica. E questo giustificherebbe il recente aumento degli sbarchi in Italia».

La guerra in Libia ha toccato anche centri di detenzione per migranti, con quali conseguenze?

«Tajura è stata bombardata e lungo la costa libica vi sono zone come Sabrata, da cui partivano molti migranti, che ora sono pericolose. Molti migranti sono quindi fuggiti dai centri di detenzione libici e stanno scappando a piedi verso la Tunisia; questo è documentato da diverse organizzazioni internazionali. In questa loro fuga i migranti potrebbero essere intercettati da altri trafficanti, sia in Libia che in Tunisia, e poi essere trasportati in Italia con le barche che partono dalla Tunisia». […]

Il confine tra Libia e Tunisia è molto permeabile?

«Il ministero dell’Interno tunisino ha stanziano 18 milioni di euro per rafforzare il controllo alle frontiere. A ciò vanno aggiunti 50 milioni di euro stanziati da alcuni Paesi europei per rafforzare i controlli lungo il confine tra la Libia e la Tunisia. Il confine tra questi due Paesi fino a due o tre anni fa non esisteva ed era terra di nessuno. Ora con l’apertura della rotta tunisina si sta cercando di rendere meno poroso questo confine». […]

Il fatto che il Governo italiano e la stessa UE sembrano orientati su una posizione più morbida sull’accoglienza dei migranti potrebbe avere stimolato i flussi?

«Il fatto che i porti italiani siano stati in qualche modo riaperti, secondo me non è un incentivo per nuove partenze. Infatti i trafficanti di esseri umani, nonostante la politica dei porti chiusi, riuscivano comunque a far partire i migranti sfruttando altre rotte e gli sbarchi fantasma. In effetti la maggior parte dei 6.000 migranti giunti in Italia dall’inizio del 2019, si stima siano arrivati dalla Tunisia con gli sbarchi fantasma. Quindi la politica dei porti chiusi ha creato altri percorsi».

Corriere del Ticino | 20.09.2019

Italien, Zahl der Bootslandungen nimmt wieder zu

One thought on “Italien, Zahl der Bootslandungen nimmt wieder zu

Kommentare sind geschlossen.